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Arte a Narni

il Rinascimento

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Il Rinascimento Narnese

Alla fine del 1300 ed inizi del 1400 Narni è una città in grande fermento, che vive da protagonista il suo tempo con personaggi importanti che si fanno onore in vari campi in tutta Italia. Capitani del popolo, Podestà, Grandi condottieri, si fanno onore partendo da Narni a Firenze, Venezia e Roma. Famiglie importanti si fanno strada intrecciando relazioni e creando potendo famiglie, attraverso anche una serie di matrimoni che rafforzano vincoli di sangue e patrimoniali.

Narni è una città ricca di individualità e passa dal periodo comunale a quello del rafforzamento di famiglie che gareggiano tra di loro per imporsi non solo a Narni ma in Italia. E’ il periodo dei Cardoli, degli Arca, dei Massei, che si intreccia con lo Sbardellato, l’Alberti, il Gattamelata, gli Eroli e poi i De Risis i Marinata i Ridolfini ed i  Cesi.

Le punte di diamante sono i capitani di ventura, che portano nuova linfa e soldi alla città. Iniziano così costruzioni importanti, non solo la rocca, ma palazzi che passano di mano e diventano sempre piu’ belli dallo Sbardellato agli Alberti, dagli Arca ai Cardoli ed anche le figlie del Gattamelata con le loro doti contribuiscono ad accrescere tali ricchezze. Il tutto sotto il controllo e la supervisione di Santa madre Chiesa. Ma è intorno alla metà del 1400 che  il tutto arriva a maturazione,  sotto l’attenta regia del Cardinale Eroli.

I Cardoli e i Massei sono stati a lungo capitani del popolo e podestà di Firenze ed hanno  creato importanti relazioni in questa città dove i Medici hanno iniziato il Rinascimento, a Roma gli Arca i Massei e Cesi entrano in Campidoglio, ma è Venezia con Gattamelata gli Alberti e Gentile da Leonessa che arrivano nuovi capitali economici. Grandi eredità passano di mano si parla di cifre astronomiche per quei tempi centinai di migliaia di ducati e di fiorini circolano dopo la loro morte, e si lotta per le eredità. Non più con le armi, ma con la diplomazia ed i giudici. Tra il 1443 ed il 1460 si prepara il campo per il vero e proprio rinascimento narnese.

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Senza scendere nel dettaglio lasciamo immaginare a Voi questa situazione, ma come per incanto a Narni e per i Narnesi arrivano i più grandi artisti del rinascimento Donatello , il Vecchietta, Benozzo Gozzoli, il Ghirlandaio Piermatteo d’Amelia, poi grandi architetti come Antonio da Sangallo, Michelangelo e forse lo stesso Leonardo da Vinci.

Come detto il grande regista della operazione è il Cardinale Berardo Eroli. Nacque a Narni (od. prov. di Terni) nel 1409 da Ludovico, con Pio II che l'EROLI ottiene, il 5 marzo 1460, la dignità cardinalizia con il titolo di S. Sabina, I suoi rapporti con Pio II furono sempre molto cordiali ed intimi, messi in evidenza dallo stesso pontefice nell'elogio fatto in concistoro. Pio II si consigliava con l'EROLI "così in le cose di stato come in quelle de corte" - come riferiva Ottone Del Carretto a Francesco Sforza in una lettera dell'11 nov. 1458 - "e quasi niente se fa senza lui".

Inviato in Umbria come legato per i territori di Perugia, Todi e Civitacastellana, giunse a Perugia il 29 luglio 1462 e vi rimase ininterrottamente fino al 17 giugno 1463. In questa legazione si distinse per disinteresse e senso di giustizia, tanto che le autorità comunali perugine gli fecero dono di una spada d'argento, recante le insegne del Comune. L'EROLI è anche ricordato, nelle vicende legate alla fondazione del Monte di pietà di Perugia, per la sua ostilità a pretendere dagli ebrei perugini un prestito di 2.000 fiorini per costituire una base finanziaria alla nuova istituzione. Scavalcato dalle autorità comunali, che si rivolsero direttamente a Pio II, di passaggio nella vicina Todi, il 30 marzo 1463 l'EROLI emanava un decreto dove in cambio dei 1.200 fiorini versati dagli ebrei per il Monte, ad essi venivano confermati i privilegi goduti per il passato, pur ribadendo il divieto di esercitare il prestito. L'Eroli godette del favore anche dei successivi pontefici. Nel 1466 fu nominato per la prima volta camerario del S. Collegio per quell'anno, carica che ricoprirà ancora nel 1474. Paolo II, non giudicando sufficienti le sue rendite, gli assegnò una pensione mensile di 100 ducati,

L'amore per la propria città natale, testimoniato dai lasciti testamentari, era stato manifestato dall'EROLI anche durante la sua vita, sia con interventi di pubblica utilità, come il riadattamento del ponte sul fiume Nera (1473), sia soprattutto per il restauro e la decorazione di chiese e conventi. Nella cattedrale di Narni fece fare ad intagli e intarsi finissimi gli stalli del coro, ma il suo intervento più cospicuo fu il completo restauro del convento di S. Girolamo e dell'annessa chiesa, opera lodata dal cardinale Ammannati in una lettera del 7 ag. 1472 all'EROLI per la magnificenza e l'eleganza della costruzione. Nel 1471, completati i lavori, l'EROLI vi chiamò i minori osservanti, che avrebbero sostituito i domenicani (anticamente infatti in S. Girolamo avevano sede delle monache di quell'Ordine). Il loro inserimento non fu senza difficoltà: gli osservanti si rifiutarono dapprima di accettare quella sede in quanto la magnificenza di quel convento era contraria al loro ideale di povertà e allo spirito della regola francescana; minacciati dall'EROLI di essere scacciati anche dal convento di S. Paolo di Spoleto, che l'EROLI aveva fatto costruire per essi nel 1460, e di ricorrere al papa, i minori presero finalmente sede nel convento, che, sempre per opera del cardinale, fu decorato di pregevoli opere d'arte e fu sede di una ricca biblioteca, oltre ad accogliere una farmacia. Oltre che in rapporti di amicizia con l'Ammannati, del quale rimangono tre lettere indirizzate all'EROLI, e con l'arcivescovo di Firenze e futuro santo Antonino Pierozzi,. fu in relazione con la famiglia Medici, ma soprattutto con Lorenzo di Piero( detto il Magnifico), al quale indirizzò molte lettere tra il 1473 e il 1477.

A Narni vi furono anche importanti impresari edili come ad esempio Nuciolo de Risis de Narnia. E' uno dei fondatori del ramo narnese, nel 1471 partecipa ai lavori di costruzione della fabbrica della Tribuna della Basilica di  San Pietro , di Castel sant'Angelo e vari palazzi apostolici , fornendo anche legname. Per molte di queste iniziative riguardanti le infrastrutture Papa PAOLO II  utilizzò, Nuccio "de Risis" da Narni.  ponte Milvio e ponte S. Angelo, la fonte di Trevi, le strade, le mura Aureliane e le porte della città. Si vuole che Nuccio abbia lavorato anche presso ponte Sisto dove è una struttura ad occhialone e che Leonardo da Vinci fosse tra i suoi architetti del cantiere. Si ipotizza anche un eventuale lavoro per la ristrutturazione del ponte medioevale di Narni, ed una presenza di Leonardo alle cascate nel 1473.


Padova Assisi Narnia

 

Ragionando ho meglio compreso come il messaggio Francescano abbia cambiato la vita ed il volto delle nostre città.

Le opere artistiche più belle di Narni sono legate a Francesco , ad Antonio ed ai protomartiri francescani della terra di Narnia.

La pala del Ghirlandaio , gli affreschi della cappella Eroli , le opere dello Spagna e del Vecchietta, l’annunciazione di Benozzo Gozzoli rientrano in questo disegno.


Dal 1200 al 1500 in ondate successive , l’influenza di Francesco a Narni ha portato i suoi benefici frutti ed a Padova si è chiuso il cerchio che partendo da Assisi e passando per Narni ha unito le nostre città.

Noi tutti dobbiamo molto a questi due grandi uomini Francesco e Antonio, che oltre a cambiare i cuori , hanno cambiato anche la storia , riflettere poi sul Gattamelata non è stata solo una sterile e passiva enunciazione di testamenti e piccole meschinità terrene, ma un momento per comprendere meglio anche la storia dell’arte di Narni.

Tutto questo forse è stato possibile grazie alle fortune fatte con la guerra dal nostro concittadino Gattamelata , che poi ha lasciato tali risorse al servizio di artisti che hanno operato a Padova e Narni.

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Proprio per questo Berardo Eroli , che non a caso porta il nome di quel Berardo protomartire, proprio quando vengono santificati i protomartiri intorno al 1460 commissiona le migliori opere al Vecchietta che tra il 1462 ed il 1475 esegue a Narni nella chiesa di San Francesco la statua di san Bernardino nel 1462 , poi nel 1475 la statua di Sant’Antonio Abate e la tavola del San Giovenale, patrono di Narni.

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Domenico Ghirlandaio (1449-94) realizza poi per la chiesa di San Girolamo nel 1486 l’incoronazione della Vergine opera grandiosa poi ripetuta in tutta l’umbria ,

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Benozzo Gozzoli (1420-97) finisce con la sua bottega nel 1499 l’annunciazione della Vergine. Pierantonio Mezzastris (ca. 1430-1506) realizza gli affreschi della cappella Eroli a San Francesco nel 1470 circa , con Francesco e Bernardino come protagonisti.

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Pier Matteo d' Amelia (ca. 1445-1509) nel 1482 realizza nella chiesa di Sant’Agostino su commissione della figlia di Gattamelata imparentata con la famiglia Cesi , la madonna con bambino e santi , che ha dei fregi che ricordano il simbolo della famiglia Gattamelata .

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nella sagrestia  altra opera 

Frammento di affresco (circa 1482)
raffigura San Sebastiano e flagellanti, è attribuito a Pier Matteo d'Amelia ,

che è stato documentato a Narni nel 1482.

Nel 1465, il Cardinal Berardo Eroli riceve il permesso da Papa Paolo II di restaurare la chiesa e costruire il convento dei frati Francescani osservanti di San Girolamo. Nella stessa chiesa vengono poi realizzate altre opere come la madonna con bambino tra san Francesco e san’Antonio attribuita al Mezzastris , insieme ad altre due opere su tavola che rappresentano Sant’Antonio e San Bernardino attribuite a seguaci di Piermatteo d’Amelia.

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A san Domenico poi troviamo la cappella del Gattamelata con un paio di lapidi che ricordano la famiglia Cardoli che si era imparentata con un’altra figlia del Gattamelata , Cardoli Massei e Cesi , le migliori famiglie narnesi danno i loro rampolli alle figlie del grande condottiero Narnese , e sempre qui troviamo la tomba di Gabriele Massei (1494) voluta dalla madre che piange il figlio morto in giovane età.

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Possono esserci connessioni anche con le famiglie narnesi Cardoli e Massei che nel periodo erano podestà a Firenze.

Vescovo Tinacci che benedì i pilastri di fondazione nel 1357

Troviamo anche opere del Maestro di Narni che opera intorno al 1409 e esegue molti affreschi sulle colonne nella chiesa di San Francesco . Senza dimenticare il Maestro della Dormitio di Terni (ca. 1400) che numerosi affreschi nella chiesa di Sant’Agostino e San Francesco .

Citiamo infine le opere di Giovanni di Pietro detto lo Spagna che nel 1528 esegue un affresco sempre per san Girolamo in cui vengono rappresentati San Francesco che riceve le stigmate ed anche i cinque fraticelli protomartiri Narnesi.

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Che ora si trova nel palazzo del consiglio comunale.

Tutto Questo forse non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di Francesco , i buoni auspici del Cardinale Berardo Eroli ed anche alcuni precursori come i potestà ed i Capitani del popolo delle famiglie Cardoli e Massei che tra il 1350 ed il 1450 divennero i rettori della città di Firenze e che sicuramente avranno incrociato il nostro Gattamelata che magari portava i soldi guadagnati a Padova e Venezia a Firenze .

Anche a Padova le fortune economiche del nostro Gattamelata , oltre ad aver difeso e consolidato le terre veneziane, hanno lasciato un segno importante sia nella piazza che nella Basilica del Santo .

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Tutto questo ci rende partecipi di un grande progetto comune che ha legato Assisi Narni e Padova , nel nome del Francescanesimo , facendoci godere dell’arte dei grandi Maestri Fiorentini.

 

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Oltre ai cinque Santi Protomartiri francescani, tutti della diocesi narnese (vd. Terni e i suoi cinque Santi protomartiri francescani), si aggiunge quanto segue: "Nel 1219, quando Francesco era in procinto di salpare per l’Oriente, il governo della giovane "fraternitas" minoritica venne affidata, dallo stesso Santo, a frate Girolamo da Napoli e a frate Matteo da Narni.

 
 
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Nel 1481 Sisto IV, con la bolla "Cum alias animo", "havendo presa diligente informatione della santità della vita, et operationi miracolose, fatte da questi cinque Santi Martiri, l'Anno 1481, adì 7 d'Agosto li canonizzò publicamente, e li fece ponere nel Martirologio, e Calendario Romano sotto li sedici di Gennaro, giorno del loro Martirio, e con le seguenti parole: Marrochij in Affrica, passio Sanctorum Martyrum Ordinis Minorum Berardi, Petri, Accursij, Adiuti, et Ottonis".

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http://www.narnia.it/sanfrancesco.htm

immagini martiri

http://www.narnia.it/artenarni.htm

http://www.treccani.it/enciclopedia/berardo-eroli_(Dizionario-Biografico)/

 

 


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