Le centrali Idroelettriche di Viterbo
La storia delle centrali elettriche di Viterbo è stata lunga e travagliata. Fin dallottobre del 1897, anno in cui ling. Aldobrando Netti , presentò un progetto per illuminare la città con lelettricità, ci furono vari ostacoli burocratici. Fino ad allora limpresa genovese Roberto Bauer &C. aveva illuminato la città con dei lampioni a gas. Una interessante relazione sullilluminazione di Viterbo nel 1800 è stata realizzata da Mauro Galeotti "Viterbo nellanno del signore 2002 " , lIllustrissima città di Viterbo . Gli interessi della limpresa Bauer &C vennero subito in conflitto con le innovazioni tecnologiche e gli interessi della città di Viterbo , che insieme alling. Netti furono chiamati in causa dalla impresa del gas. Di questo si ha ampia documentazione negli archivi di Stato di Viterbo , che gentilmente ci hanno messo a disposizione tali materiali . La causa però viene vinta dal Comune che nelle clausule contrattuali aveva inserito , che il contratto stipulato con la ditta Bauer , poteva essere recesso, se nel frattempo venivano inventati nuovi modi di illuminare la città.Inoltre dalla relazione a dieci anni dalla laurea dellIng. Netti riportata anche nel testo Aldobrando Netti 1869-1925 , viene citato nel 1901 che esistono problemi legislativi legati alla concessione delle acque anche per Viterbo . Anche in questo caso la burocrazia ritarda il lavoro di elettrificazione della città.
Finalmente le varie controversie legali vengono appianate e si possono iniziare i lavori di costruzione della centrale sul fiume Marta . In località San Savino ,viene costruita la centrale di Netti per illuminare Viterbo di cui si ha notizia sul giornale lElettricista ultimata nel 1905 Dai dati della rivista lElettricista del 15 settembre 1906 si legge che Limpianto elettrico è stato da poco inaugurato e collaudato dal prof. Luigi Lombardi dellUniversità di Napoli Lmpianto è stato costruito a 4 km. A monte di Tuscania sul fiume Marta dove forma la cascata di Salombrona o di San Savino, alta circa 30 metri . La primitiva concessione di forza (HP 1150) fu ottenuta dallIng. Petroselli di Viterbo e da questi ceduta ad Aldo Netti. Una diga in muratura lunga circa 20 metri sbarra il fiume Marta 300 metri prima della cascata citata e con la sua inclinazione invita lacqua ad un edificio di presa a tre luci regolabili da paratoie. Un canale in muratura di 6 mq. Di sezione bagnata lungo metri 1350 la conduce ad una vasca di carico di 100 mq. Una conduttura in lamiera dacciaio (che presto sarò raddoppiata) di 800mm di diametro interno porta ai collettori dellofficina . Lofficina è predisposta per 3 gruppi motori (ora sono attivi 2 ) ogni uno della potenza nominale di 500 cavalli a 500 giri . Le turbine sono di tipo Francis ed utilizzano una caduta di 55 metri. Il collaudo dei macchinari aveva superato ogni piu rosea aspettativa e tutto andava oltre i limiti previsti, come si può leggere dalla relazione arricchita con foto dellofficina e delle opere di presa. Due linee trifasi con filo del 43/10 , con uno sviluppo singolo di 18,200 metri ( quindi oltre 18 chilometri), appoggiate a palificazioni distinte, conducono lenergia in città e raggiungono la stazione centrale di trasformazione e distribuzione.Alla stazione centrale trovano posto per ora 4 trasformatori della potenza unitaria di 50 KW con rapporto di trasformazione 9600 a 260 e 150 Volt. La trasformazione in città è fatta con 8 feeders che partono da un quadro di marmo in cui trovano posto gli interruttori , le valvole , gli amperometri e il voltmetro. Lilluminazione pubblica è costituita da 55 lampade ad arco da 12 ampere e 480 lampade ad incandescenza per un complesso di 9000 candele.
Lilluminazione privata ad oggi dopo 15 mesi di funzionamento limpianto assorbe 300 cavalli. In questo breve tempo grazie allenergia elettrica , sono sorti a Viterbo , una fabbrica di ghiaccio , un molino , un saponificio, una stamperia, una segheria ed un importante stabilimento per la confezione di fustame in castagno destinato allesportazione in America. Inoltre il giornale lElettricista, ipotizza anche una fornitura di energia elettrica per la tranvia elettrica Roma Civitavecchia con prosecuzione per Viterbo.
Come spesso faceva Netti , anche a Viterbo coglie loccasione dei 50 anni dalla nascita del Teatro dellUnione per inaugurare simbolicamente e praticamente lavvento della luce elettrica a Viterbo. La prima inaugurazione del teatro avvenne il 4 agosto del 1855, quindi il nuovo impianto a luce elettrica fu inaugurato nel 1905 il 4 Agosto, per il cinquantenario dellinaugurazione, che una lapide commemorativa, collocata nell' atrio in occasione del cinquantenario dellinaugurazione (come già detto celebrato con il progetto di illuminazione di 700 lampadine dellIng. Aldo Netti), con particolare dedica al conte Cesare Pocci, uno dei fondatori della Società dellUnione e promotore della nascita del Teatro, si trova ora, con lo stemma di Viterbo scalpellato, in un magazzino del teatro.
Il nuovo teatro illuminato e l'avvento della luce elettrica, segna un momento di grande crescita per la città di Viterbo.
La centrale di Netti chiamata poi la Fioritella è ancora funzionante e fino a poco tempo tempo cera ancora una lapide sulla sua facciata con il ritratto del suo costruttore il narnese Aldo Netti . Sulla lapide si poteva leggere
LING. ALDO NETTI CON TENACIA E VOLONTÀ E TECNICA INTELLIGENZA LIMPETO DELLE DERIVATE ACQUE DEL MARTA COSTRINSE ALLE POTENTI DINAMO GENERATRICI DI LUCE DI CALORE DI MOTO Vedi documento archivio di stato di Orvieto loc B 101
Altro documento relativo a Viterbo è il Capitolato II B 1 168 VITERBO Capitolato per la illuminazione elettrica e trasporto di forza motrice nella Città di Viterbo / Comune di Viterbo. - Viterbo : Monarchi, 1906. - 52 p. ; 31 cm am (n.a. 000000) {mfn 010509} [n.i. s.i.] Sogg.: 1. Viterbo. Illuminazione. 1906. 2. Energia elettrica. Trasporto. Viterbo. 1906. per informazioni su Aldo Netti
Centrali a Tuscania sul fiume Marta
Le centrali idroelettriche di Narni Trasformatori e linee su Narni
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