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La centrale Idroelettrica

di Traponso

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Questa centrale è l'unica a valle della città di Tuscania e su di essa faremo una dettagliata analisi essendo questa sicuramente stata realizzata da Aldo Netti, con l'aiuto di soldati austriaci prigionieri della prima guerra mondiale nel tra il 1916 ed il 1918.    

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Centrale di Traponzo

Al termine della prima guerra mondiale la Società Romana Elettricità costruiva la terza centrale di San Savino , che sarebbe divenuta la più importante, in località Traponzo, a circa 5 km da Tuscania.

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Centrale di Traponzo (si nota in basso a destra la lapide di Netti).

 

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La lapide venne messa nel 1926 dopo la morte di Netti

A cura della società Volsinea e di Alfredo Netti fratello del costruttore .

Lapidi Centrali Netti

Per cura della società Volsinia e del Sig. Alfredo Netti (Fratello di Aldo) furono apposti medaglioni in bronzo con effige del’On. Aldo Netti nella sala maggiore del padiglione umbro alla fiera campionaria del 1927 , nell’officina Elettrica di Stifone nelle officine di San Savino e Fioritella e in quella di Traponzo e del Fiora (Viterbo). E del Sugano ad Orvieto.

Le targhe in bronzo riportavano :

L’ING. ALDO NETTI

CON TENACIA E VOLONTÀ

E

TECNICA INTELLIGENZA

L’IMPETO

DELLE DERIVATE ACQUE

DEL TRAPONZO

COSTRINSE ALLE POTENTI DINAMO

GENERATRICI

DI LUCE DI CALORE DI MOTO

 

Vedi documento archivio di stato di Orvieto loc B 101

 

La centrale era alimentata dal fiume Leia, anche se costruita a valle e sulla riva del fiume Marta, nel territorio del comune di Monteromano, accessibile dall’unica strada che attraversa il comune di Tuscania. La costruzione della centrale richiese anni di duro lavoro poiché si trovava nel fondo valle e fu necessario scavare un canale artificiale di 5 km, in parte a cielo aperto ed in parte in gallerie sotterranee, costato enormi sacrifici ai prigionieri di guerra austriaci che furono costretti a lavorarvi. La centrale del Traponzo fu il fiore all’occhiello della Società Romana: con due potenti turbine produceva un’importante quantità d’energia che veniva distribuita in tre elettrodotti. Uno forniva la città di Civitavecchia, un altro la città di Viterbo e uno più piccolo forniva le tenute della Cacarella e di Montebello. Ancora oggi sul versante tuscanese della centrale si possono osservare i ruderi di alcuni locali del cantiere di costruzione, in particolar modo le cucine dove veniva preparato il cibo per i prigionieri-operai, trasportato nelle gallerie sotterranee, in fase di costruzione, dai muli.

 

 

Centrale di Traponzo

Come si arriva:

Partendo dall’abitato di Tuscania, e percorrendo la strada comunale Le

Poppe, si arriva, dopo circa 7 km, in località Piano di Giunco.

Incamminandoci dal pianoro verso la ripida discesa alla nostra sinistra,

abbastanza agevole per il fondo cementato, arriviamo alla valle del fiume Marta.

A 400 metri di distanza sulla nostra destra abbiamo una stradina con fondo

sterrato il cui accesso è generalmente interdetto da una "passina", realizzata con

paletti di legno e filo spinato per impedire il passaggio del bestiame. Superiamo

l’ostacolo e, scendendo ancora verso valle, scopriamo sul fondo dello sterrato e

sulle scarpate laterali che lo delimitano, la prima emergenza.

Alla fine della strada, lunga circa 200 m, si raggiunge un’ampia radura

adibita a pascolo, racchiusa tra alte rupi, nella quale troviamo la nostra

seconda emergenza

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Da questo punto è perfettamente visibile l’alveo del fiume Marta che in questa zona presenta una discreta larghezza (circa 10 m) ed una notevole portata (media mensile 7,45 m3/sec).

La qualità delle acque e delle sponde appaiono buone, con vegetazione arborea naturale sulla sinistra idrografica del fiume e pascolo sul lato destro.

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Poco più a monte il fiume Marta ha ricevuto le acque del torrente Traponzo, che si origina dalla confluenza dei torrenti Leia, Biedano, Catenaccio e Rigomero, tutti dotati di notevole portata poiché alimentati non solo dalle acque dilavanti in superficie ma anche, e soprattutto, da quelle sotterranee.

Il fiume Marta, in questo tratto ha ricevuto di nuovo tutte le acque utilizzate lungo il suo percorso a fini diversi, quali quello industriale (cartiera di Tuscania) e quello per la produzione di energia nelle

cinque centrali idroelettriche presenti lungo il percorso, dall’incile sino a questo punto.

Tornando indietro riprendiamo a percorrere la strada cementata lasciata in

precedenza che ci conduce, dopo circa 300 m, alla Centrale Idroelettrica Enel

denominata Traponzo che costituisce il nostro terzo sito d’interesse

Il fabbricato della centrale è ubicato sulla sinistra idrografica del fiume Marta e, quindi, per raggiungerlo dobbiamo utilizzare l’ampio ponte che collega i due versanti. (purtoppo ora il ponte è crollato ).

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Un cancello posto all’ingresso impedisce di avvicinarsi troppo alla costruzione, ma permette di scorgere una targa commemorativa posta a ricordo dell’ing. Aldo Netti che nel 1918 ralizzò la centrale.

Per la produzione di energia elettrica l’impianto utilizza l’acqua prelevata (circa 1 m3/sec) a circa 6 km a monte, precisamente nel punto di confluenza tra i torrenti Leia, Biedano, Catenaccio, e Rigomero.

Tale acqua, canalizzata, corre sopra il pianoro in adiacenza al torrente Traponzo ma con minor pendenza, per arrivare alla sommità della rupe che sovrasta la centrale. Qui, tramite opera di sbarramento e condotta forzata, le acque precipitano verso la centrale dove alimentano le turbine per la produzione dell’energia elettrica.

 

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introduzione

per informazioni su Aldo Netti

 

Netti Roma Deputato

Netti Roma Ferrovie

Netti Roma Discorsi vari

Netti Roma Elezioni

 

Centrale di Viterbo

Centrali a Tuscania sul fiume Marta

Centrale di Traponso

 

Le centrali idroelettriche di Narni

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Famiglia Netti e Lanari

bibliografia

 

 

 


 

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