Aldo Netti E le centrali di Narni Aldo Netti nato a Narni il 1 gennaio 1869 morto a Roma il 15 luglio 1925.
Introduzione Nel 1892 con la prima centrale idroelettrica, iniziava un cambiamento epocale che in pochi anni porterà lItalia, da una nazione povera e socialmente arretrata, ad una collettività ricca e prosperosa. Dai racconti di mio nonno , nato appunto in tale periodo , ricordo che mi diceva quanto lavorasse da giovane, infatti nonno Giovanni, di notte lavorava a Nera Montoro nella fabbrica e di giorno spesso andava ad aiutare in campagna la sua famiglia , lavorando anche diciotto ore e dormendo molto poco. Nelle case non cera né acqua né luce e nelle campagne i problemi erano ancora maggiori , non essendoci mezzi di comunicazione e dovendo fare lunghi tratti a piedi. Stifone era la zona industriale di Narni con i suoi mulini e le sue "valcherie " e le prime industrie iniziavano a sorgere lungo il fiume a Montoro e Narni Scalo. Per andare a lavorare si andava tutti i giorni a piedi e se landata era abbastanza agevole lungo la discesa che da Porta Pietra portava a Stifone e Montoro , tornare a Narni voleva dire fare a piedi in salita oltre cinque chilometri , dopo duri turni di lavoro normalmente di dodici ore. Da un punto di vista storico, bisogna ricordare che nel 1870 ci fu lunità dItalia e la nuova speranza nel cambiamento dopo i moti mazziniani e le battaglie garibaldine. Limpero austro-ungarico stava cadendo, ma conservava una buona organizzazione e punte avanzate di tecnologia , come vedremo poi con le officine Ganz di Budapest. La prima industrializzazione avvenuta con la meccanica ed il vapore, presto avrebbe trovato un nuovo alleato, lElettricità. Le gole del fiume Nera, si presentavano molto diverse , il fiume correva libero tra sponde irregolari, soggette a piene e magre che cambiavano continuamente il letto del fiume , unica costante erano le acque delle sorgenti di Stifone , che portavano regolarmente un costante flusso dacqua ai mulini. I boschi erano quasi inesistenti , dato che la legna serviva per scaldarsi e cucinare e veniva prelevata in grande quantità dalle zone vicine alla città. Una società arcaica a cui mancavano quasi tutte le attuali comodità come ad esempio i bagni in casa. Con Aldo Netti e le centrali di Stifone , inizia una nuova era che in meno di un secolo ci avrebbe portato al livello di vita attuale. Nel 1992 dopo un secolo esatto lelettronica e linformatica porteranno ulteriore benessere e conoscenza , facendo fare con Internet ed il world wide web , nato proprio in quellanno a Ginevra al Cern , un nuovo balzo in avanti a tutto il mondo , diffondendo la società dellinformazione , ed abbattendo barriere spazio temporali che permetteranno di aprire nuovi orizzonti . Dalla società dei mulini alla "illuminazione a luce elettrica".
Dal tempo dei romani lacqua alimentava i mulini e nel medio evo le cose non cambiarono molto lungo il fiume Nera. Alla fine del 1800 lungo le gole del Nera si contavano ancora circa una ventina di mulini , dislocati tra il ponte di Augusto e Stifone . questo fatto è ben descritto nel catasto Gregoriano , che istituito nel 1820 , dopo Napoleone, censiva con mappe e brogliardi , case ed attività lavorative. Da una ricerca presso larchivio di stato di Terni , si possono rilevare per Stifone le varie ubicazioni dei mulini e quante " ruote dacqua" essi avessero, con la descrizione dei proprietari e della grandezza approssimata delle costruzioni, infatti esse non venivano descritte in metri quadrati , ma con un valore economico paragonabile a tale grandezza. Ma la nuova industria aveva bisogno di maggiore energia ed Aldo Netti fu luomo giusto al momento giusto. Il nostro eroe era figlio di un mugnaio che aveva un piccolo mulino lasciato alla famiglia dal nonno Aldobrando , lavorando e studiando con grande sacrificio, divenne ingegnere proprio nel 1891 quando ormai era matura la nuova tecnologia della "corrente elettrica". Per Netti fu subito chiaro che la corrente del fiume potesse diventare corrente elettrica , e iniziò lo sfruttamento delle acque dei suoi amati mulini , decretando però anche la loro fine.
Inizialmente si affittava lacqua di notte periodo in cui i mulini non lavoravano, per il grano e per lolio , ed ai mugnai sembrò una vera fortuna poter integrare con poco sforzo i loro guadagni. I mulini appartenevano alla nobiltà terriera , che oltre ad avere i terreni e la campagna , necessitavano di controllare , la molatura dei loro prodotti. Così i mulini di Stifone, appartenevano alle famiglie Mancinelli, Silori, Patrizi , ma anche a comunità forti come lIstituto Beata Lucia e la comunità di Stifone. Intanto pochi anni prima un altro evento cambiò le gole del Nera , lavvento della ferrovia . Per Stifone dislocata proprio al centro della vallata tra Orte e Terni , fu un grande affare che vide crescere il paese con operai e attività di supporto ai cantieri della Ferrovia, anche se le mine che servivano per fare la strada ferrata , furono anche la causa di una grande esplosione che avrebbe mezzo distrutto il paese. Alla costruzione della ferrovia , aveva contribuito Candido Valli , che doveva poi diventare socio fondatore della cassa di risparmio di Narni e sostenitore di Aldo Netti e dei suoi progetti a Narni e nel centro Italia , non dimentichiamo poi che il figlio Giannetto Valli fu sindaco di Narni dal 1889 al 1901 . Tornando ai mulini di Stifone ed alla stupenda acqua azzurra che ancora si puo ammirare nella vallata , presto i proprietari reputarono un affare vendere a buon prezzo al comune di Narni , i loro vecchi mulini , che furono sostituiti da due nuove centrali, la centrale di Stifone e la centrale della Morica. Il comune di Narni trovò con Aldobrando Netti (questo era il vero nome di Aldo , che si chiamava come il nonno), un consulente prezioso che oltre ai progetti per lilluminazione a luce elettrica , pensava già ad un mulino elettrico nel centro della città di Narni , ed a pompe elettriche che porteranno lacqua in ogni luogo . Il processo fu però lungo e pieno di ostacoli , da problemi tecnici alle turbine ed alla diga , alla concessione in affitto ai privati delle officine elettriche, passando poi per due guerre mondiali che fino agli anni 1950 utilizzarono lelettricità per scopi bellici e non sociali . Ricordo che da ragazzo quando andavo in campagna a trovare amici e parenti negli anni 1960-1970 , la luce si risparmiava e lacqua si prendeva ai pozzi , distanti anche qualche chilometro dalle case dei contadini , e lunica fonte di riscaldamento era il camino attorno a cui si riuniva la famiglia patriarcale. Ma Aldo Netti aveva regalato a Narni ed oltre altri 110 paesi del centro Italia, oltre che la luce elettrica, la speranza per un mondo migliore.
per informazioni su Aldo Netti
Centrali a Tuscania sul fiume Marta
Le centrali idroelettriche di Narni Trasformatori e linee su Narni
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