La Centrale della Morica Gennaio 1893 Ad aprile 1893 viene deliberato l’ampliamento della centrale , interessante l’intervento di Battistelli ingegnere Comunale di Narni, che spiega prima il problema dell’acqua legato all’acquedotto della Formina fatto dall’imperatore romano Cocceio Nerva, e non piu’ adeguato alle necessità. Propone varie soluzioni come l’acquisto di acqua dal comune di Stroncone , con costi alti legati alla necessità di fare una conduttura di vari chilometri, parla poi della possibilità dell’ampliamento della centrale elettrica anche per avere l’energia per pompare l’acqua nei serbatoi della città nei periodo di magra. Parlano poi vari consiglieri tra cui Stame e Silori , poi si chiede il parere di Aldo Netti. Che spiega che l’acquisto dell’acqua dei molini della Morica e dei mulini Mancinelli e Cotogni possa risolvere la situazione della richiesta di maggiore energia . Inoltre propone la costruzione di una diga per aumetare il salto e la potenza dell’acqua. Segue una discussione ed alla fine il progetto di ampliamento presentato da Netti viene approvato. Successivamente vengono effettuati degli espropri per realizzare una centrale piu' consistente vedere a tale proposito l'atto firmato a settembre 1893. Espropri Terreni ai Proprietari Marchese Patrizi Montoro terreno ed acque della sorgente Morica dove realizzare le opere per la diga e la deviazione della strada Stifone Montoro terreno di ettari 2400 per una offerta di lire 2464 Parrocchia di Stifone terreno dove realizzare le opere per il canale terreno di ettari 2,6 definito al foglio di Stifone al n. 62 per una offerta di lire 47,52
Netti Romualdo terreno di ettari 2,66 definito al foglio di Stifone al n. 54 per una offerta di lire 118,80 Silori Luigi terreno di ettari 2,92 definito al foglio di Stifone al n. 60 ,162 per una offerta di lire 129,36 Cotogni Michele terreno di ettari 2,51 definito al foglio di Stifone al n. 96 per una offerta di lire 256,25
Data 16 settembre 1893
Perizia Sorgente Morica Narni 25 ottobre 1893 Dai documenti in archivio La perizia si basa sopra i dati seguenti: 1 Deflusso medio 3500 litri al minuto primo 2 Dislivello medio utilizzabile 2 metri 3 valore del cavallo nominale 125 lire che si è stabilito considerando un minimo di lire 61 corrispondente al canone fissato nelle concessioni governative di forza motrice. Il dislivello esistente attualmente ( massima magra) tra il pelo d’acqua della sorgente e il pelo d’acqua del Nera non supera i 2,40 metri , si comprende quindi che il valore di 2 metri stabilito come altezza media dall’Ing. Bianco , sia esagerato tenendo conto del regime del Nera il cui pelo d’acqua si eleva parecchi metri sull’attuale. Ne sono prova tutti gli opifici esistenti nella località i cui canali di scarico si trovano ora dai 2 ai 4 metri sopra il pelo dell’acqua del Nera e nonostante più di qualche volta nel corso dell’anno non possono funzionare per l’annegamento del motore causato dal Nera. E quindi riducendo anche il livello medio a 1,90 metri si rimarrebbe sempre nelle condizioni di una forza motrice che spessissimo diventerebbe nulla e il cui valore per questo fatto non può essere elevato . La legge 10 agosto 1884 stabilisce per derivazione di acque pubbliche un canone annuo di lire tre per cavallo nominale di acqua in base alla caduta effettivamente utilizzata sul motore (art. 14) vi corrisponde un valore legale di lire 60 per cavallo. L’ing, Bianco ammette che tale valore rappresenta un minimo e ciò perché a l’utente deve eseguire a sue spese tutte le opere di prese e di derivazione per ottenere artificialmente la caduta che deve produrre la forza . Ora si osserva che l’utente libero di domandare la concessione dove crede più conveniente , in genere utilizza dei salti naturali e i lavori necessari per lo sviluppo della forza risultano minimi, forse inferiori a quelli del caso contemplato. Si possano citare moltissimi fatti di questo genere, e anzi si aggiunge che esistono delle derivazioni che hanno dato luogo ad un costo per cavallo nominale relativamente elevato, la posizione dello stabilire vicino ad un centro di consumo o ad una stazione ferroviaria cui compensava del sacrificio eccezionale fatto per la produzione della forza motrice . Perciò il valore di lire 60 non un minimo ma una media alla quale si crede di attenersi per stabilire il giusto prezzo nel caso attuale. Inoltre è bene osservare che trattandosi di concessione governativa , la forza non si sarebbe calcolata in base al dislivello medio tra il pelo d’acqua della sorgente e il pelo d’acqua del Nera e che per le considerazioni svolte si crede giusto ridurre a 1,50 metri , ma in base alla caduta convenuta sul motore . Ammettere il valore di lire 60 per cavallo nominale corrispondente alla caduta di 1,50 metri ,significa ammettere un valore effettivo superiore a quello stabilito dal governo. Nel caso attuale per esempio data la destinazione dell’opificio (officina elettrica) della caduta naturale esistente non si puo’ utilizzare che pochi centimetri e quindi qualora la derivazione si facesse da un fiume lo Stato non reclamerebbe la forza corrispondente alla caduta, che per ragione del resto esistente, non si crederà utilizzare. Le condizioni in cui scaturiscono le sorgenti ne rendono impossibile la misura ed anche un occhio esercitato può ingannarsi sulla loro portata. Per le precedenti considerazioni si sottopone al signor Marchese Patrizi la seguente proposta : 1 Stabilire il valore del cavallo nominale a lire 60 2 Ammettere una caduta media utile di 1,50 metri 3 Misura dell’acqua a mezzo di un orifizio regolare. All’uopo invece di eseguire opere costose e di carattere provvisorio , si propone di cominciare la progettata diga fino all’altezza assoluta necessaria per eseguire la misura suddetta che si eseguirà non appena sarà possibile. L’ing. Netti prenderà tutti gli accordi con l’ing. Bianco perché il lavoro sia fatto in modo da allacciare tutta l’acqua e comunque sarà facile misurare quella quantità minima che eventualmente ciò che non è nell’interesse reciproco, sfuggisse all’allacciamento. Qualora la proposta come si crede verrà accettata il signor Marchese Patrizi vende al Municipio di Narni la sorgente in parola , il cui valore verrà determinato c.s. ( come sopra). Firmato ing. Netti
Parallelamente si pone il problema delle linee di distribuzione della corrente a tale proposito si legga la lettera di Netti al Ministero Linea elettrica autorizzazione Domanda al ministero per mezzo della direzione compartimentale dei telegrafi per ottenere la licenza per l’impianto elettrico di Narni . Generatore dell’elettricità a corrente alternata massima differenza di potenziale 2000 volt lungo la linea che collega la stazione generatrice di Stifone con Narni . In Narni poi 9 trasformatori traducono la tensione da 2000 a 109 volt e con questa tensione la corrente circola nelle diverse vie e nelle case private. I conduttori ad alta tensione che vanno a dare la corrente primaria ai trasformatori situati in punti differenti della città , sono nudi ma attraversano la città al di sopra dei tetti e sono posti in modo tale che chiunque non possa occasionalmente toccarli perché la minima distanza dai tetti è di 1,90 metri. Il massimo di corrente che circola nei conduttori della rete è di 15 Ampere , conduttori di rame elettrolitico garantito al 98 % di conduttività, sezioni variabili da 12 a 60 decimi alcuni esempi di lampioni come erano da richiesta del comune di Narni.
Segue alla richiesta il Decreto Ministeriale questa Centrale però non ha molta fortuna e ci sono vari problemi tecnici come si vede anche da quanto accede subito dopo anche alla diga questi sono degli appunti di pugno di Aldo Netti fatti nel 1897
per informazioni su Aldo Netti
Centrali a Tuscania sul fiume Marta
Le centrali idroelettriche di Narni Trasformatori e linee su Narni
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