Ponte di Augusto ed il fiume Nera
Fui costruito proprio qui per collegare il monte Maggiore, dove sorge
Narni , al monte Corviano o Santacroce e poichè c’erano in quel punto del fiume,
delle rocce che affioravano e servivano come base per i piedritti.
Sono il più imponente e grandioso di tutta l’ Italia romana: per
ridurre la forza dell’acqua si costruirono quindi grosse arcate; da giovane avevo una
lunghezza totale di 191 m e quattro archi di sostegno di cui: uno di 19,56 m, un altro di
32,10m e gli ultimi due di 17 m e16 m .
Fui costruito intorno al 27 a.C. sopra di me passava la via consolare
Flaminia . Nel 537 d.C. ero una meraviglia per le mie arcate che erano le più alte che si
conoscevano. Nel VIII secolo dopo un crollo, fui ricostruito con i materiali di recupero.
Nel 847 a causa di un terremoto, venni danneggiato. Tra il 1052 e il 1053 vidi crollare la
mia parte superiore e non fu più ricostruita.
Tra il XIII secolo e il XIV secolo il venni chiamato nei documenti di
Narni come "Ponte Rotto", non fui più utilizzato e ne fu costruito un altro.
Nel 1847 furono restaurate l’ arcata e la spalla sinistra che stavano per crollare.
Nel 1885 la seconda pila da sinistra crollò a causa di una piena eccezionale.
Molti artisti mi hanno ammirato e ritratto
uno in particolare fu Jean Baptiste Camille Corot che venne in Italia
tra il 1825 e il 1828, durante questo viaggio, passò per Narni e nel 1827 mi rappresentò
in un quadro chiamato "Il Ponte di Narni" che attualmente si trova al Louvre.
Nel 1970, ho avuto nuovi interventi di restauro e consolidamento,
terminati nel maggio del 2005, che si sono resi necessari dopo gli eventi sismici del 2000
i quali avevano comportato lesioni alla mia arcata superstite.
Proprio in questi giorni nel 2008 nuovi lavori di pulizia delle sponde
e una passerella lungo la via Flaminia, permetteranno di vedermi dall’alto ed
ammirarmi con maggiore facilità.
La Via Flaminia prendeva il nome dal console Caio
Flaminio che l’aveva fatta costruire nel 220 a.C.
Aveva la funzione principale di raggiungere speditamente la costa
adriatica settentrionale fino a Rimini.
La strada venne tracciata con andamento il più possibile rettilineo
spianando le colline e costruendo i ponti.
Lunga oltre 200 miglia romane, la Via Flaminia sviluppava gran parte
del suo percorso in territorio umbro.
Questa via consolare costituiva un esempio-tipo di via pubblica, ma
superava le altre grandi arterie romane nella qualità della progettazione e delle
soluzioni tecniche.
Fu la prima a dirigersi verso nord.
Le Stationes
Lungo le strade romane, ogni venti chilometri circa, si
incontravano posti di sosta, le stationes, dove si potevano cambiare i cavalli, i buoi ,
riparare i carri e ristorarsi in locande e osterie.
Nella Tabula Peutingeriana, un’antica mappa dove sono segnate le principali
STATIONES, a XVIII miglia da Narnia, sulla Flaminia, e’ localizzata la STATIO AD
MARTIS.
Essa e’ identificata con il "Vicus Martis Tudertium" e corrisponde ad un
piccolo centro abitato alle spalle di Santa Maria in Pantano, a due chilometri e mezzo dal
centro di Massa Martana.
L’edificio e il resto dell’abitato fornivano
servizio di terme, servizio medico e veterinario, di fabbro, di maniscalco, stazione di
polizia, mercato e il santuario.
PERCHE' I ROMANI COSTRUIVANO I PONTI?
I romani erano abili costruttori di strade, nonché di ponti, che gli permettevano di
attraversare corsi d’ acqua. Le vie di comunicazione erano fondamentali per l’
economia romana e per far muovere gli eserciti. Inoltre i ponti erano importanti perché
funzionavano anche come acquedotti: al loro interno scorreva l’ acqua che così
manteneva la stessa pendenza ed arrivava alle fontane nei paesi e nelle città.
COME SI COSTRUIVA UN PONTE?
Innanzi tutto si costruivano i piedritti, la loro grandezza dipendeva dall’ arco
che doveva sostenere e dalla spinta dell’ acqua del fiume: più ampio era l’
arco, più forte la spinta del fiume, più massicci dovevano essere i piedritti. Prima di
costruire l’arco, sopra i piedritti veniva appoggiato un sopporto di legno, cioè la
centina , serviva per appoggiare i conci. Alla fine della costruzione dell’ arco
veniva rimossa.
Se poi vuoi fare una passeggiata lungo il fiume Nera, potrai ammirare
un paesaggio bellissimo , lungo il tracciato della vecchia ferrovia ora dismessa.
Potrai ammirare una vegetazione ricca e varia ed alzando gli occhi avrai da ammirare
sempre la stupenda Narnia.
Lungo il Cammino troverai anche la vecchia abbazia di San Casciano , che domina la
vallata.
Proseguendo arriverai a Stifone dove l’acqua diventa di un azzurro
stupendo
e si possono ammirare vecchie e nuove rovine , che parlano di una
storia di antichi mulini ,che servivano a tanti usi , non solo per macinare il grano , ma
anche per lavorare il ferro, e per tantissimi altri usi.
Da non dimenticare poi i resti di una delle più antiche centrali
idroelettrica d’Italia .
La prima centrale fatta da Aldo Netti, il 10 novembre del 1892 , alla
presenza del Sindaco di Narni Paolo Eroli iniziò a funzionare la prima Centrale elettrica
della zona, ( in quel tempo chiamata Officina ) erogando una potenza di 60 kw ,
l’energia per accendere n° 700 lampade a Narni , e fu una delle prime città in
Italia ad avere la luce elettrica . Il Teatro fu il primo ad essere illuminato , poi il
resto della città . Nel 1893 fu aggiunto un nuovo alternatore da 30 kw e le lampade
accese raggiunsero il numero di 1200 circa.
Appena poco più avanti troverai poi una zona magica con tanti luoghi
ancora da riscoprire e valorizzare, si tratta della località le Mole , dove oltre al
Mulino Blu ,
potrai ammirare i resti di un antico cantiere navale romano,
le fondamenta di manufatti di epoca romana che affiorano dal fiume
e sono ancora tutti da studiare.
Resta comunque la bellezza dell’acqua di un azzurro cristallino ed
il mistero di antiche ville romane addirittura citate da Plinio il giovane ed attribuite a
sua suocera Pompea Celerina.