Il Monumento ai caduti
di Narni
Antistante il così detto "Parcheggio del Sufragio"è detto
così, perché il monumento è chiamato anche Il Sufragio ( dalla chiesa del Sufragio).
Il monumento viene Inaugurato nel 1927 il 2 ottobre .
Nel 1926 Pietro Lombardi si aggiudicò anche il Concorso nazionale per il
Monumento ai Caduti di Narni e nel 1927 partecipo a quello per il Monumento ai Caduti
della Guardia di Finanza a Roma.
All' inaugurazione intervenne il Prefetto di Terni G.B.Marziali, il Podestà, nonché
Medaglia d'oro
Uff. Elia Rossi Passavanti, il Conte di Manciano, il Comandante del presidio Colonnello
Foa, il
Reggio commissario per l'Economia Nazionale uff. Assettati, il podestà comune di Calvi
uff. Calza
Bini, Podestà d' Amelia uff. Raybaudi, Segretario politico del Fascio d' Orvieto Comm.
Lufrani.
Il Monumento è ammirato anche per la sua piccola cappella votiva
creata alla base dello stesso, che è parte di un Torrione Trecentesco in pietra
Peperina
BREVE DESCRIZIONE DELL'OGGETTO-MONUMENTO:
Ideatore del Monumento fu' l'Architetto "Pietro Lombardi". La forma a
proiettile termina all'apice
con un Faro, che durante la notte era punto di riferimento per la sottostante vallata.
Presenta/Contiene:
ISCRIZIONI E NOMI: Questi sono solo una piccola parte, molti altri caduti in battaglia,
feriti in
combattimento, e per malattia contratta durante la guerra vengono ricordati qui.
Giuseppe Senepa, Del Frate Telesporo, Foschi Egidio, Agostini Sabatino, Filipponi
Amilcare, Di Pietro Quintilio, Mazzoli Paolo, Montemari Pietro, Posati Amedeo, Stentella
Bragio, Proietti Oreste
Riva Amilcare, Pioli Giovanni, Bonifazzi Giuseppe, Mazzanti Romualdo, Piacenti
Geremia,Scrizzi
Lorenzo, Crociani Settimio, Mancini Raffaele, Ciculi Severino, Proietti Antonio,
Bragone Livio,
Luneia Angelo, Bianconi Filippo, Conti Settimio, Francescangeli Italo, Olivi Egisto,
Dell'Orso Costantino, Stentella Celestino, Santi Egino, Talocco Ulderico, Giorla Guido,
Caldarelli Giovanni
Passoni Domenico, Bellucci Federico, Zerbi Ercole, Petrineschi Pietro,
Bernaschi Antonio, Sillani
Antonio, Giovanni Giocondo, Capotosti Cesare, Madolini Aquilio, Capotosti Umberto,
Vittore Cesare, Mostocotto Aurelio, Folocco Cesare, Pennacchietti Ciro.
Prima guerra mondiale
La prima guerra mondiale, per i contemporanei la grande guerra, è la
denominazione che venne data al più grande conflitto mai combattuto fino ad allora;
questi cominciò il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Austria alla Serbia
in seguito dell'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando il 28 giugno 1914 per
concludersi oltre quattro anni dopo, l'11 novembre 1918. Il conflitto coinvolse le
maggiori potenze mondiali di allora, divise in due blocchi contrapposti; gli Imperi
centrali (Germania, Austria-Ungheria, Impero ottomano e Bulgaria) contro le potenze
Alleate rappresentate principalmente da Francia, Gran Bretagna, Impero russo e Italia.
Oltre 70 milioni di uomini furono mobilitati in tutto il mondo (60 solo in Europa), in
quella che divenne in breve tempo il più vasto conflitto della storia, che causò oltre 9
milioni di vittime tra i soldati e circa 7 milioni di vittime civili dovute non solo agli
effetti diretti delle operazioni di guerra, ma anche alla carestia e alle malattie
concomitanti il conflitto.
Militarmente il conflitto si aprì con l'invasione austro-ungarica della Serbia, e
parallelamente, con una fulminea avanzata tedesca in Belgio, Lussemburgo e nel nord della
Francia, giungendo a 40 chilometri da Parigi. In poche settimane il gioco di alleanze
formatosi negli ultimi decenni dell'ottocento tra gli stati europei comportò l'entrata
nel conflitto degli stati dell'Intesa e delle rispettive colonie. Negli anni successivi la
guerra raggiunse una scala mondiale, con la partecipazione di molte altre nazioni, fra cui
l'Impero ottomano, l'Italia, la Romania, gli Stati Uniti e la Grecia, aprendo così altri
fronti di combattimento.
Al fronte, fin dal settembre 1914, l'esercito tedesco fu però bloccato dai francesi
sulla Marna il che vanificherà le speranze tedesche di una guerra breve e vittoriosa. A
quel punto la guerra sul fronte occidentale si trasformò in una lenta e sanguinosa guerra
di posizione, dove, al costo di milioni di morti, il numero degli uomini impiegati e le
nuove tecnologie messe in campo dagli Alleati ebbero la meglio sulla superiore
organizzazione militare della Germania. Sanguinoso fu allo stesso modo l'altro fronte
principale della guerra, il fronte orientale, combattuto dagli Imperi centrali contro
l'esercito russo. Anche in questo caso la guerra di movimento, così magistralmente
attuata dall'esercito tedesco nelle battaglie di Tannenberg e dei laghi Masuri, si
trasformò in una guerra di posizione in grado di mietere milioni di vite. Determinante
per l'esito finale del conflitto mondiale fu, al penultimo anno di guerra, l'ingresso
degli Stati Uniti d'America e di diverse altre nazioni che, pur non entrando militarmente
a pieno regime nel conflitto, grazie agli aiuti economici dispensati agli Alleati, si
schierarono contro gli Imperi Centrali facendo pendere definitivamente l'ago della
bilancia già dapprima favorevole agli Alleati.
La guerra si concluse l'11 novembre 1918, quando la Germania, ultima degli Imperi
centrali a deporre le armi, firmò l'armistizio con le forze nemiche. Alla fine del
conflitto, i maggiori imperi esistenti al mondo - Impero tedesco, austro-ungarico,
ottomano e russo - cessarono di esistere, e da questi nacquero diversi stati che
ridisegnarono completamente la geografia dell'Europa.
Di seguito un elenco delle forze mobilitate, dei caduti, feriti, dispersi, prigionieri,
suddivisi per nazione.
Nazione Mobilitati Morti Feriti Dispersi o prigionieri
Imperi Centrali
Impero austro-ungarico 7.800.000 1.200.000 3.620.000 2.220.000
Impero Germanico 11.000.000 1.773.700 4.216.058 1.152.800
Impero ottomano 2.850.000 325.000 400.000 250.000
Bulgaria 1.200.000 87.500 152.390 27.029
Intesa
Belgio 267.000 13.716 44.686 34.659
Impero britannico* 8.904.467 908.371 2.090.312 191.652
Francia** 8.410.000 1.357.800 4.266.000 537.000
Grecia 230.000 5.000 21.000 1.000
Regno d'Italia 5.615.000 650.000 947.000 600.000
Giappone 800.000 300 907 3
Montenegro 50.000 3.000 10.000 7.000
Portogallo 100.000 7.222 13.751 12.318
Romania 750.000 335.706 120.000 80.000
Impero russo 12.000.000 1.700.000 4.950.000 2.500.000
Serbia 707.343 45.000 133.148 152.958
Stati Uniti 4.355.000 126.000 234.300 4.500
Totale 65.018.810 8.678.013 21.187.715 7.687.798
Oltre 8 milioni di morti solo gli italiani 650mila austriaci e tedeschi piu’ di
tre milioni 1,7 milioni di russi 1,3 milioni di francesi circa 1
Bollettino della Vittoria
Il Bollettino della Vittoria è il documento ufficiale con cui il
Comandante Supremo dell'Esercito Italiano annunciava la disfatta nemica e la vittoria
dell'Italia nella Prima guerra mondiale. Il suo autore materiale fu in realtà il generale
Domenico Siciliani, capo dell’Ufficio Stampa del Comando Supremo.
Il testo, fuso nel bronzo delle artiglierie catturate al nemico, è
esposto in tutte le Caserme e i Municipi d'Italia.
Comando Supremo, 4 novembre 1918, ore 12
La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il
Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24
maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima
per 41 mesi, è vinta.
La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla
quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una
cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è
finita.
La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d'Armata su Trento,
sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente
dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri
lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio
della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre
più indietro il nemico fuggente.
Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa
della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già
vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.
L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite
gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perduto
quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini
e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con
interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni.
I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo
risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa
sicurezza.
Il capo di stato maggiore dell'esercito, il generale Diaz
Bibliografia
Siti internet guerra mondiale
http://www.it-au-1915-1918.com
con molte foto
http://www.magicoveneto.it/Pasubio/GrandeGuerra.htm
mappe e foto
http://www.magicoveneto.it/Altipian/index.htm
altipiani di Asiago
http://www.lagrandeguerra.net/ggschieramento.html
museo vicino Moena
http://www.museodellaguerra.it/
Testi
Guida di Narni di don Gino Cotini
Cronistoria Narnese dell’Ing. Martinori
- A. Onofri, Storia di Narni e di altri comuni umbri- I
servizi
postali e l’uso dei bolli, dalle origini alla fine del
XIX secolo, Roma 1973.
- R. Ceroni, Per una storia dell’Industrializzazione
nel territorio narnese dal 1700 al 1915,
Fonti archivistiche
Comune di Narni archivi anni
1891-1892-1893-1903-1904-1905-1906-1907 e fino al 1925
Archivio di Stato di Terni catasto Gregoriano , mappe e brogliardi
Archivio Comunale di Narni fascicoli anni dal 1890 al 1925
Rivista Heos n 46 del 18 Dicembre 2009 Articolo " Aldo Netti l'ingegnere che
illuminò l'Italia Centrale "di Giuseppe Fortunati
Rivista Ingenium Anno XX n80 dicembre 2009 pag22 " Aldo Netti " di Giuseppe
Fortunati .
Narni e la grande
guerra
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caduti
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