Le
Università delle tre età di Narni ed Amelia, in
questo
periodo di blocco forzato dei corsi in presenza, hanno pensato di
portare avanti varie iniziative on line. Tra queste ha riscosso
particolare successo il progetto “l’acqua nella
memoria”.
Il progetto ha lo scopo di sensibilizzare i giovani e meno
giovani, sulla importanza delle risorse idriche, e sulla
fortuna
che molti di noi hanno di avere l’acqua a disposizione. In
molte
parti del mondo ancora oggi questo è un miraggio e solo fino
a
un secolo fa l’acqua corrente non era ancora nelle
nostre
case. Noi siamo l’ultima generazione che può
ricordare
come si viveva in mancanza di questo servizio essenziale, come ci si
organizzava nella vita quotidiana e nei lavori che ne richiedevano
l’uso. Le Unitre di Narni ed Amelia, grazie ai loro iscritti,
stanno rispondendo per ricostruire insieme una memoria comune per far
rivivere esperienze vitali per il nostro territorio.
Tutto è nato da delle passeggiate culturali lungo il fiume
Nera,
alla scoperta delle nostre radici, infatti la parola Narni deriva dal
sanscrito “Nahar” che è la radice per
indicare
l’acqua che scorre, e la nostra terra è da sempre
ricca di
acqua. L’Umbria verde deve proprio all’acqua il suo
colore,
generatore di vita e fonte di energia.
Premesso
che solo fino a un
secolo fa l’acqua non era ancora nelle nostre case, noi siamo
l’ultima
generazione che può ricordare questi fatti. Magari possiamo
aiutare qualche
persona più anziana di noi a scrivere i suoi racconti o
cercare nella nostra
memoria i ricordi di gioventù.
Risposte
Guadamello,
al casale avevamo una
fontana a circa 200 mt dove andavamo a prelevarla con le brocche,
nell'anno
69/70 dalla fontana della CEA, tramite una pompa ad immersione abbiamo
portato
l'acqua in casa. Il casale era distante dal paese di Guadamello dove si
trovava
una bella fontana dove le donne potevano anche lavare i panni.
Taizzanoavevano delle fontane nel
paese in vari punti
dove anche loro andavano a prenderla, una era la fontana
dell’Entratoro, a
Taizzano hanno avuto l'acqua in casa dal 69/70 quella dell'acquedotto
comunale
ancora in essere sulla strada di S. Angelo.
Schifanoia,
Itieli, Altrocanto,
Castelvecchio.Ricordo
anch'io il tempo
in cui non c'erano acquedotti nelle frazioni specialmente in queste
dove si
trovavano solo fontane e qualche fosso.
Castello
di Frattuccia aGuardea(
nel comune di Amelia). Una nonnina
nata il 1927 ci racconta che vi eranotre fontane, una fontana per lavare, una
per gli animali euna
fontanella per l’acqua da bere. Poi si
sposta alla Quercia 66
anni fa( nel
1954),andavano a
prendere l’acqua alla
fontana con le brocche,alfontanile che stava lungo
la strada, da poco
restaurato. Poi negli anni sessanta si sposta a Cigliano dove
costruiscono la
casa, ma per l’acqua dovevano utilizzare i fusti vuoti della
benzina, e per
lavare le lenzuola si andava al fosso. Poi finalmente arrivò
l’acqua nelle case
.
Schifanoia
inviato materiale e
foto con immagini di varie fontane della zona di Schifanoia,
castrecchio e
madonna della Predella. Fontana di Santa Pudenziana ed altra fontana di
Collenibbio.
Fontana
di San Nicolò due belle
foto con antica lapide del fontanile della famiglia Mancinelli Pietro
1861 ora
è coperto dai rovi e senza marmi.
Ci
sono anche fontanili del 1600, la
fontana
delle Valli a Cardano, ci rimanda a ricordi
legati a quei luoghi con il fontanile con lo stemma dei marchesi Eroli
e poi
del Comune , questo racconto ha scatenato tanti commenti anche relativa
alla
chiesetta delle valli ora in abbandono. Parlando anche della fontana di
Cardano
alimentata dall’acquedotto della Formina.
Da
Itielici
ha mandato delle belle foto dei fontanili
tra Itieli e l’altrocanto, con varie fontane come la Fontana
dei Morie la
fontana di Orlando. Segnalando anche
molte altre interessanti curiosità nella zona di
Sant’Antonio e di Crepafico.
Narni
Centro. Dove andavano a
lavare i panni le donne ? Ricordo tre lavatoi , uno vicino alle suore
di S.
Anna , uno davanti alla parrucchiera Canali, l’altro verso S.
Margherita. Non
ricordo però nessuno che conoscessi che lavava i panni al
lavatoio, non so dire
quindi se fossero ancora in uso. Dove si andava a prendere
l’acqua(fontane o
alle fontanelle pubbliche)? Ricordo che sotto gli Scolopi
c’era una fontana da
cui veniva acqua freschissima , era situata dietro il pilastro centrale
che
divide le due arcate, in estate quando io ero molto piccola, a
mezzogiorno mio
fratello e mia cugina andavano lì a riempire un bottiglione,
poi a casa una
parte veniva messa in una bottiglia, dove venivano versate in
successione due
bustine magiche che trasformavano l’acqua semplice in acqua
frizzante, per mia
fortuna l’altro litro restava al naturale, ancora oggi non
bevo acqua
frizzante. In campagna conoscevi qualcuno che non aveva
l’acqua in casa? Si ,
io trascorrevo i mesi estivi a Poggio o leggilo a Villa S.Maria, nella casa dei
nostri amici c’era il
bagno, ma la maggior parte dei bambini con cui giocavo, non lo avevano
ed
usavano la stalla per i loro bisogni.
La "Fontana dell' Acqua
Rossa, lungo la
strada che dalle Rocche di Vasciano sale, ad angolo retto, verso ovest.
Alimentata da acqua sorgiva, la fonte è a tre abbeveratoi
progettati a misura
di animale. Per bovini ed equini la vasca più alta, per
suini ed ovini quella
intermedia, per i cuccioli di piccola taglia quella più
piccola e più in
basso.Tra terre rosse, affioramenti calcarei con qualche presenza
fossile di
ammoniti e nautili (180-150 milioni di anni) e argille scistose, il
sentiero,
prossimo al territorio narnese, ternano e reatino, giunge al pianoro
del Colle
Ventatoio alle falde del San Pancrazio. Qui è sito un
monumento con lapide e
nomi a memoria di una tragica esecuzione perpetrata in questa
bellissima
solitudine paesaggistica a conclusione della seconda guerra mondiale.
Piacere,
siamo le fontane! Vogliamo farci conoscere meglio,
perciò…seguiteci in questo singolare percorso!
Siamo a S.
Girolamo, uno dei giardini pubblici della cittadina.
Avviamoci
verso la Flaminia, attraversiamola e subito di fronte possiamo ammirare
LA FONTANA DI S.GIROLAMO :
"Sono
nata a Narni dopo la prima
guerra
mondiale probabilmente quando
venne
realizzato il parco delle
Rimembranze.
Sono
fatta prevalentemente di mattoni
rossi
e vivo appoggiata ad una parete; al
centro
della mia nicchia potete notare
un
mascherone con lunghi baffi, che
contornano
la bocca dalla quale esce
l’acqua.
Questa viene raccolta in un
contenitore
a conchiglia per traboccare
poi
in una vasca adornata, al centro, da
un
leone. Ai lati della mia nicchia
potete
notare due porte che
probabilmente
servivano per la mia
manutenzione".
Incamminiamoci
verso il centro,superata la Porta Ternana, a pochi metri troviamo LA
FONTANA DEL MORO
Mi
chiamo Fontana del Moro.
Sono
nata nel XVI secolo e
sono
situata lungo la via Flaminia.
Sono
di tipo a nicchia con pianta circolare.
Il
mio parapetto è di pietra concia ,mentre il muro sulla
facciata è fatto di mattoni di colore grigio.
L’interno
è rifinito con sassi e mattoni .
Dalla
bocca del Moro fuoriusciva l’acqua che si raccoglieva in un
contenitore a forma di conchiglia per poi convogliare nella vasca
principale.
La
volta del mio nicchione è in mattoni e forma un quarto di
sfera. Il mio fondale è in cocciopesto.
Continuiamo
la nostra passeggiata fino a piazza Garibadi dove ammiriamo la fontana
omonima.
Io
sono la Fontana di Piazza Garibaldi, la più misteriosa,
perché non ho destato l’interesse degli storici.
Spero che qualcuno si interessi finalmente a me e faccia qualche
ricerca nei documenti dell’archivio!!!
Risalgo
al XV secolo. Sono una
fontana a pianta poligonale, formata da otto specchi realizzati con
mattoncini; esternamente sono abbellita da contenitori a forma di
conchiglia, dove si possono ravvisare i segni dei secchi con i quali si
attingeva l’acqua. Al centro è visibile una
colonna di bronzo terminante con una coppa. Questa, al di sotto
dell’orlo, è ornata da dieci teste di animale
felino con funzione di cannella e intercalate da stemmi con il grifo
alato. Durante uno scavo in Piazza Garibaldi sono stati ritrovati dei
quadrilateri in marmo: erano i miei specchi, nascosti dai Narnesi per
sottrarli ai Lanzichenecchi
Adesso
che non corro più il rischio di essere saccheggiata,
desidererei riprendermi i miei specchi e l’antica funzione di
arredo ambientale .
Proseguendo
la Flaminia, all’uscita di Porta Romana, a sinistra, troviamo
questa FONTANA :
Mi
chiamo fontana di Porta Romana
Vivo
all’esterno dell’attuale porta .
Io,come
tutte le fontane posizionate fuori dalle
porte,
servivo per abbeverare cavalli, buoi e
pecore,
per questo motivo sono
poco
profonda e ho una forma rettangolare.
Sono
stata realizzata in travertino
Dopo
pochi metri, lasciamo la Flaminia per girare a sinistra. Percorriamo la
strada fino ad incontrare la fonte di Feronia.
"Io
sono la fonte di Feronia, abito a Narni in via Portecchia e
sono la fontana più antica. La mia acqua proviene dalla
sorgente,che nasce a vocabolo Caprile e giunge fino a me
attraverso un antico acquedotto murato in
profondità.
Sono
dedicata alla dea Feronia, divinità Umbro Sabina
che personificava la primavera, adorata dagli Etruschi e molto amata
dai Narnesi.
Attraversiamo
la strada , oltrepassiamo l’arco del duomo e percorriamo via
Garibaldi fino ad arrivare a Piazza dei Priori.
"Sono
la fontana dei Priori, mi trovo in fondo alla piazza, dopo il Palazzo
Comunale
Sono
nata nel 1303 ad opera di Marcuccio di Todi e Giovanni di Marco; tutto
questo appare in un’iscrizione che, come un nastro, corre al
centro della mia coppa.
Avevo
il compito di abbellire la piazzetta di San Salvato al posto
dell’omonima chiesa .
Nel
1999 mi hanno fatto un "trattamento estetico",cioè un
restauro. Mi considero la fontana più bella e la
più importante perché rappresento il simbolo di
Narni e della sua grandezza.
Sono
a pianta poligonale, composta da venti specchiature in mandorlato
rossigno: un marmo rosato con ammoniti. Tra uno specchio e
l’altro ci sono delle colonnine in marmo bianco. Poggio su
uno zoccolo, anche esso in marmo bianco. Al mio interno possiedo una
ruota da macina dove è fissato un blocco di travertino sul
quale è inserito un fusto di bronzo, sovrastato da una
tazza, anch’essa di bronzo. Questa, al di sotto
dell’orlo, è ornata da sei teste di animale felino
con funzione di cannella e intercalate da sei stemmi con il grifo
alato. Proprio sotto l’attacco della tazza si notano quattro
cannelle ancora a testa di animale: tre figure di leone ed una di toro.
Durante
le feste natalizie, dentro la mia vasca, viene allestito un presepe
realizzato in terracotta. Le persone che lo ammirano, spesso fanno
beneficenza gettando monete, devolute all’ "Associazione per
la Ricerca sul Cancro". Nonostante la mia età, faccio ancora
del bene!!!"
Imbocchiamo
via Mazzini fino a Piazza Alberti e proseguiamo per i Giardini di S.
Bernardo dove possiamo ammirare LA FONTANA che porta il loro nome.
"Mi
chiamo fontana dei Giardini di San Bernardo.
Sono
nata dal pozzo del convento ,ma vivo nei giardini
che
portano il mio nome.
Sono
stata realizzata in travertino,e ho la forma di un poligono.
Ogni
mio lato forma uno specchio incorniciato,che si allarga
scendendo
verso la base, formando una cornice a dentelli.
Vivo
addossata ad una parete, sulla quale è appeso lo stemma del
comune di Narni, il Grifo".
Torniamo
a Piazza Alberti, giriamo a sinistra e percorriamo tutta via Mazzini;
pozzo di
piazza Galeotto Marzio.
Serviva per
il complesso del Beata Lucia che aveva un pozzo anche interno.
proseguiamo
per via Marcellina.
All’incrocio
con via Gattamelata troviamo un piccolo slargo dove è
situata LA FONTANA DEL TROJO.
"Mi
chiamo fontana del Trojo, sono nata nel XV
secolo.
Sono una fontana a pianta poligonale.
Avevo
una tazza in bronzo che fu fusa nel 1782.
per
realizzare il campanone della torre del comune
In
seguito fui ricostruita dal cardinale Aldobrandini.