Romolo Cesi Vescovo di Narni dal 1566 al 1578 Romolo
Cesi Vescovo di Narni dal 1566 al 1578
Figlio di Venanzio Cesi e Filippa Uffreduzzi Nasce a Narni nel 1533 ed è fratello del Cardinale Pietrodonato Cesi Seniore futuro, reggente di Bologna. Morirà a Narni nell’abbazia di Sant’Angelo in Massa a Taizzano nel 1607. La sua vita è ricca di avvenimenti dopo gli studi è avviato sotto la guida del fratello e dei parenti alla carriera ecclesiastica, ed all’età di 33 anni diventa vescovo di Narni nel 1566 è il periodo della controriforma, ma a Narni, siamo nel periodo della ricostruzione dopo il sacco dei Lanzi del 1527. Romolo nella sua carriera vescovile non trova il consenso dei cittadini Narnesi ed i dissidi esplodono nel 1574. come dimostra un documento delle Riformanze di Narni al vol.8 pag 17 e 18 del 1574 in cui i Priori di Narni inviano a papa Gregorio XIII. Il documento poi verrà ripreso da varie fonti, come il Martinori e l’Eroli e Bolli. Tale documento dice in pratica delle vessazioni che il vescovo Romolo Cesi, compie sistematicamente nella città, e che i messi inviati per segnalare la cosa alle autorità competenti, sono stati maltrattati ed imprigionati. Per questo i Narnesi dopo essersi rivolti al Cardinale Cesi , si vedono costretti a scrivere al papa per avere giustizia. La cosa piu’ grave è che il Vescovo vuole acquisire l’Ospedale comunale di Narni che da sempre è stato dei cittadini Narnesi e non del Vescovo. A questo si aggiunge una amministrazione della giustizia Narnaese , da parte del Vescovo, a dir poco arbitraria vessatoria, con delle pene assurde e pesantissime e delle pene pecuniarie che poi oltre ad incassare forzosamente, non denuncia neanche , mettendo negli atti semplicemente “Solvit”. Altre cose sono poi talmente scandalose che non si possono nemmeno scrivere, ma che si diranno a voce direttamente al papa. Si dice solo “Ha proceduto ex ufficio a catturare delle zitelle con gravissima vergogna delle famiglie”. La questione prova essere messa a tacere, ma dopo questa lettera sappiamo che il 15 Giugno del 1578, il Vescovo Romolo mantenne il titolo, ma si dimise a favore di Erolo Eroli , suo parente. Romolo riceve comunque un buon lascito dell’Eredità del fratello Cardinale, e si ritirà a Sant’Angelo in Massa a Taizzano. Chesa di Taizzano opera di Braidi ora di proprietà dei conti Lepri Qui inizia i lavori di ristrutturazione della Abbazia che dureranno diverso tempo, ed in tale periodo Romolo resterà a Borgheria, seguendo i lavori di architetti e poi del pittore Michelangelo Braidi, che oltre a decorare la chiesa dell’abbazia fa vari ritratti e dipinti. Il piu’ famoso è l’adorazione dei Magi che il pittore firma dicendo che il quadro è stato da lui fatto nel 1595 quando aveva 26 anni. In Tale chiesa resta anche l'opera di Michelangelo Braidi che affrescò la cappella della Madonna e le cupole . Braidi realizza anche un bel ritratto di Romolo Cesi, che ritrae spesso anche in altre sue opere, come la Madonna della cintola a Narni nella chiesa di Sant’Agostino e nella chiesa della madonna della Quercia, oltre che nella chiesa dell’Assunta a Taizzano. Molte sono le rappresentazioni di Romolo nelle 4 tele di Michelangelo Braidi, grazie anche al fatto che Romolo in qualche modo incise sulla committenza. l'immagine piu' evidente è questa vedere il raffronto altri personaggi della tela sono Invece nella chiesa di Taizzano della Assunta nella tela della madonna del Rosario si legge inoltre alla chiesa della madonna della Quercia si nota che Federico Cesi nella abbazia di Sant'Angelo in Massa L'abbazia in quel periodo era tenuta da Romolo Cesi zio di Federico il linceo e donna Olimpia Orsini insieme ai figli chiamavano Romolo lo zio Monsignore. Della vita di Federico nella Abbazia scrive anche Giuseppe Gabrieli che nel 1940 per conto della Accademia dei lincei , scrive per la rivista Latina Gens, riprendendo alcune lettere di Federico Cesi : Questa è l'antica abbazia benedettina di S. Angelo in Massa presso la frazione narnese di Borgheria, della quale fu nella metà del secolo XVI abate commendatario Romolo Cesi di Venanzio già vescovo di Narni negli anni 1566-1578; il quale , ritrattosi colà dopo la sua forzata e per niente onorata rinunzia al vescovado, vi restaurò la chiesa , vi pose parecchie iscrizioni , vi si costruì un sepolcro , dove posò morendo il 15 maggio 1607. Federico come detto era spesso a S. Angelo e da alcune lettere si lege anche la sua presenza anche per lunghi periodi come ad esempio negli ultimi mesi del 1606 ed i primi del 1607 , in compagnia di un suo amico linceo Monuro ( medico fiammingo Giovanni Ecchio uno dei quattro soci fondatori dell'Accademia dei Lincei ). In tale periodo Federico è per la prima volta tra i Priori di Narni. In una lettera a Francesco Stelluti, in data 17 gennaio 1607 , Federico dice " nella Badia Angelica, primieramente solitario, hora filisofo et speculante, hora cacciatore et ruricolo. Et di lì a terni, a Velini Fonti, a Horte, visitando et osservando.....". Romolo Cesi lascia a suo nipote Federico Cesi il Linceo la sua Eredità e l'abbazia di Sant'Angelo in Massa. dopo la morte di Romolo a Maggio del 1607 aprono il testamento e vedono che Federico Cesi è l'unico erede allora compilano l'inventario dei beni di Romolo e Federico Cesi nomina suoi procuratori due persone che seguono i lavori di inventario, testamento con beneficio di inventario... Federico è erede universale di Romolo. Nel testamento però ci sono vari altri lasciti e legati che dovrà soddisfare l'erede "infrascritto" (cioè Federico) a chiese e confraternite per la salvezza dell'anima di Romolo e un bel lascito alla famiglia Piccolini di Narni. A Federico vengono lasciati 3.000 scudi, ma questa faccenda è seriamente da approfondire. L'inventario riguarda i beni mobili (attrezzi, materassi, mobilio vario ecc) ma, nessun accenno a beni immobili. Le procure riguardano invece la presa di possesso per conto del delegante, dei beni immobili posseduti nelle terre Arnolfe e in Roma, ma al momento mai citati nel dettaglio. Presto dettaglieremo le ultime ricerche sui testamenti. Si ringrazia Luca Paccara e l'Archivio di Stato di Terni per la collaborazione
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