Cocceio Nerva Le Opere dell' Imperatore Romano nato a Narnia Marco Cocceio Nerva nasce a Narnia attorno all'anno 30 d.C. Marco Cocceio Nerva, noto semplicemente come Nerva, nato a Narni in Umbria l' 8 novembre 30, morì a Roma il 27 gennaio 98. Opere di Nerva Lavoro ed opere dell’imperatore Nerva Considerando la brevità del periodo in cui Cocceio Nerva fu imperatore, solo sedici mesi e mezzo, la quantità delle misure e degli atti fu considerevole. Egli operò sulle leggi del matrimonio, in diverse aree dei provvedimenti sulle tasse, sui giochi ed i pubblici intrattenimenti, e fece un tentativo di invertire l’impoverimento e lo spopolamento delle popolazioni in Italia. Inoltre continuò il lavoro di costruzione di nuovi edifici ed il mantenimento ed il miglioramento di quelli esistenti. Produsse moltissimi atti ufficiali , Alcuni di essi , nacquero dall’esigenza di modificare e correggere quanto fatto da Domiziano. Altre furono misure che erano già in fase di realizzazione durante l’impero di Domiziano, e che Nerva si limitò a completare. Vale la pena verificare quali furono le azioni che Nerva decise di promuovere di sua volontà. Non è poi facile distinguere il lavoro di Nerva, poiché molte delle sue iniziative furono poi messe in atto dopo la sua morte, da Traiano. Facciamo un paio di esempi; Nerva mise in atto un paio di misure di ordine sociale. Si dice che abbia proibito la pratica della Castrazione degli schiavi ed anche il matrimonio tra zio e nipote. Se si cerca un poco si vede che la prima misura fu messa in atto già da Domiziano. Presumibilmente però come molte leggi fu disattesa, e Domiziano continuò a servirsi di eunuchi, ed anche dopo le leggi di Nerva la pratica continuò per una normale legge di mercato . Relativamente al matrimonio tra zio e nipote , anche questa fu una conseguenza del periodo di Domiziano, che si dice che avesse avuto una relazione con sua nipote Julia, la figlia di suo fratello Tito, e si vociferava che l’imperatore volesse anche sposarla. L’evidenza delle prime misure messe in atto da Nerva , si ha nelle monete. Infatti sulle monete si leggono termini vaghi come Fortuna e Giustizia, ma anche azioni precise come ad esempio " Fisci judaici Calumnia Sublata" , con riferimento agli abusi sulle tasse degli Ebrei. Tale moneta appare coniata la prima volta e ripetuta poi una seconda e terza volta, in realtà la misura sulle tasse fu messa in atto a Settembre del 96 e fu ripetuta per latri dodici mesi. Si trattava di una tassa imposta ai Giudei da Vespasiano , dopo la rivolta tra il 66 e il 73, con una tassa di due Denarii per Giudeo, il denaro doveva servire a ricostruire il tempio di Giove Capitolino che era stato bruciato durante la guerra civile. Questa misura era chiaramente un abuso ( inoltre al tempo di Nerva ormai il tempo era già stato ricostruito e completato.). Questa esenzione delle tasse per i Giudei, non doveva essere solo un atto verso di questi, ma in generale per coloro che pagavano le tasse ingiustamente. Dione Cassio (filosofo e storico del tempo) commenta che informatori accusarono il popolo di "adottare lo stile di vita degli Ebrei" non sarebbe stato ulteriormente tollerato, e questo fatto puo’ essere collegato con il problema delle tasse . Questo non sarebbe essere non Giudeo. Alternativamente potrebbe essere che le vittime erano Giudei di origine anche se questi non praticavano poi la loro religione. (Goodman "il fisco giudaico e l’identità ebraica " Journal of roman studies 79 , 1989 pagine 40-44) . Inoltre sembra che qualcuno che non volesse pagare fosse costretto a farlo, e Nerva non estese la sua protezione ad uno specifico gruppo di contribuenti i quali reclamavano per le pesanti tasse . Il fatto che la riforma fu una delle prime che fece Nerva appena divenne imperatore, mostra anche che questo era un reale problema già al tempo di Domiziano, ma nulla venne fatto, e che Nerva identificò subito come una forte causa di scontento . Questo fatto può anche essere connesso , con le informazioni che ebbe Nerva nelle sue prime settimane di regno, e forse con un desiderio di Nerva di prendere le distanze dalla dinastia Flavia, che aveva avuto tra i principali obiettivi quello di riconquistare la Giudea. Una seconda tassa che Nerva cambiò fu quella sulla ereditarietà , tassa inizialmente imposta da Augusto. La percentuale era il 5% del capitale, e questa tassa era sempre stata impopolare. (come cita anche Dione Cassio 55,25.5 ) .Nerva cambio le condizioni di esenzione per tali tasse (Plinio panegirico 37,6) . Questa fu praticamente solo una azione ideale , senza modificare troppo il gettito dello stato. Anche Augusto aveva fatto per particolari categorie, questo quando impose le tasse e Traiano fece lo stesso allargando l’esenzione a qualche altra categoria . Una altra riforma delle tasse fatta da Nerva fu quella di trasferire le dispute tra lo stato ed i contribuenti, da un giudizio di un procuratore , ad un pretore. Questo fatto comportò che il procuratore favoriva il fisco, mentre il pretore era più obiettivo e spesso favoriva il contribuente. Traiano apportò poi ulteriori correttivi accogliendo i suggerimenti di Plinio il giovane. Anche se Plinio non menziona il precedente lavoro di Nerva , ma attribuisce l’opera , direttamente a Traiano. Nerva fu generoso con le riserve di cassa ereditate da Domiziano, che fu oculato e risparmio con cautela e prudenza, nonostante i costi delle guerre e dei molti lavori intrapresi in città. La riforma sulla tassa dei Giudei e quella per la tassa di successione , ed un miglioramento dei costi del sistema giudiziario , avrebbero dovuto ridurre le entrate dell’erario, inoltre Nerva ridusse anche le tasse delle province, nonostante questo le entrate dello stato non subirono grandi riduzioni e le riforme non ebbero effetti negativi per qualche tempo. Egli non cancellò "l’Aurum Coronarium" , il regalo di oro riservato all’imperatore da parte delle comunità locali, che in effetti era un’altra tassa da pagare. La riduzione delle tasse fu in effetti bilanciata da questa entrata, oltre al fatto che il senato aveva deciso di fondere le statue di Domiziano , da cui si ricavò prezioso metallo per fare nuove monete. Nerva inoltre mise in vendita anche mobilio e beni di palazzo , ricavandone ulteriore liquidità. Queste misure risollevarono subito le casse dello stato , anche se furono misure una tantum, che non potevano essere ripetute. Come dice Dione, queste misure furono prese perché Nerva aveva problemi di cassa, ma rispecchiavano anche la sua semplicità e frugalità, che doveva divenire uno dei suoi tratti caratteristici. Queste misure contribuirono a renderlo popolare e stimato dal popolo, ma forse nello stesso tempo, egli annullò il bando di Domiziano, relativo a spettacoli e pantomime teatrali. Durante il 97 fece coniare una moneta con la scritta " "Neptuno Circenses Istituit" . in riferimento a dei giochi che probabilmente si svolsero al Circo Massimo. Queste furono probabilmente nuove celebrazioni, infatti fino a quel periodo non vi erano state delle celebrazioni del Dio Nettuno. Tali giochi furono istituiti a spese dello stesso Nerva. Nettuno era il dio del mare, ed in generale anche delle acque, questo aveva anche il significato di collegarsi alle vittore di Giulio Cesare, per rendere i mari più sicuri, inoltre c’era anche un collegamento con il lavoro fatto da Nerva per ripristinare acquedotti ed altri lavori per l’approvvigionamento idrico delle città dell’impero ed in particolare Roma. Il ripristino di giochi soppressi al tempo di Domiziano , fu un chiaro segno dell’attenzione di Nerva a quello che invece Domiziano aveva trascurato. Il ripristino di mimi e delle rappresentazioni teatrali , erano visti con grande sospetto dai governanti che temevano la satira degli artisti, tali costi delle rappresentazioni erano poi a carico dello stato e furono di nuovo soppressi nel periodo di Traiano. Un altra serie di monete , riportava il sollievo dato a Nerva alle popolazioni italiche cancellando i loro debiti , per finanziare le poste imperiali. Questo era un pesante fardello e fonte di ingiustizia , per le comunità che si trovavano lungo le principali arterie stradali. Questo fatto fu evidenziato sulle monete con il motto Giustizia ed Equità. Il costo delle varie misure fu alto . Le donazioni ai militari ed i Congiarium, avevano ridotto drasticamente le casse del tesoro, per questo probabilmente in quel periodo Nerva conio un numero così alto di monete. A parte queste spese particolari , c’era anche un continuo bisogno di fondi per le spese generali correnti. Questo comprendeva poi anche i lavori iniziati da Domiziano e non ancora finiti alla sua morte. Anche i palazzo reale costruito da Domiziano fu poi inaugurato da Nerva e presentato al pubblico con il nome di Aedes Pubblicae , (casa del popolo) questa scritta è anche riportata in una moneta. Il palazzo in realtà era stato solo ampliato in minima parte, ma molte stanze furono rese disponibili per uffici pubblici e stanze di rappresentanza , anche se l’imperatore si riversò una sua ala privata non accessibile al pubblico. Molte altre opere iniziate da Domiziano furono portate a termini da Nerva ed altre dal suo successore Traiano. A Nerva si attribuisce però il foro transitorio posto tra i fori della pace di Vespasiano e ed i fori di Augusto e Giulio Cesare. Questo foro aveva anche un alto valore simbolico e fu chiamato foro di Nerva. Molti lavori furono fatti anche al Circo Massimo , danneggiato dal fuoco nel 64 ed i cui lavori di ripristino si protrassero a varie riprese fino al tempo di Nerva e Traiano. Anche il foro di traino fu iniziato sotto Domiziano ed i cui lavori proseguirono poi fino al 113 sotto Traiano appunto. Anche le terme di traiano furono iniziate da Tito e proseguite nel tempo,. Molti lavori possono essere attribuiti anche vedendo i timbri sui mattoni che riportano e datano la loro fabbricazione, ma tali mattoni ed edifici possono essere stati messi insieme in tempi successivi, utilizzando materiali fabbricati precedentemente ed usati in epoche successive. Altre opere eseguite al tempo di Nerva furono le strade che collegavano l’Italia alle province dell’impero , di questo si ha evidenza leggendo pietre miliari e lapidi lungo le strade. Si sono ritrovate tali pietre in Spagna, Germania superiore, Pannonia ed Asia minore, datate con il regno di Nerva oppure si cita che il lavoro iniziato da Nerva fu finito poi da Traiano. In Italia le opere principali furono il completamento della via Appia che collegava Roma con Napoli, inoltre furono costruiti un paio di acquedotti , che portavano acqua a Roma , l’aquedotto Anio Novus e quello dell’Acqua Marcia. Tutte queste misure e opere portarono ad alti costi per lo stato e Nerva chiese aiuto al senato per valutare lo stato delle casse pubbliche . Fu istituita una commissione dal senato composta da cinque membri di cui si conoscono però solo due con certezza Jiuliu Frontinus e T. Vestricius Spurinna entrambi famosi e nelle liste consolari del tempo. Inoltre fu anche nominato L. Verginius Rufus che però rifiutò l’incarico, proprio da questo rifiuto si possono datare con certezza i lavori della commissione, che fu fatta tra Marzo ed Ottobre del 97 dal momento che Rufus morì sotto il consolato di Tacito tra novembre e dicembre di quell’anno. Quindi la commissione fu istituita a metà del 97 ciò quando Nerva era imperatore tra i 6 ed i nove mesi. I risultati della commissione si ebbero verso Gennaio del 98. I risultati furono comunque vaghi , si diceva in pratica di ridurre alcuni giochi, sacrifici e corse di cavalli, oltre a pubblici spettacoli, ma la misura fu solo accennata e non ebbe grande esito. Si consigliava anche di aumentare le spese per gli acquedotti anche per il fatto che uno dei consoli Jiuliu Frontinus era stato nominato curatore delle acque. La cosa certa è invece che Nerva in quel periodo istituì un sussidio per i funerali della plebe di Roma pari a 62 denarii. Una misura per venire incontro alle spese funerari per i cittadini meno abbienti.
Le ristrettezze economiche che avevano dato origine alla commissione del senato , potrebbero però anche essere una mossa di Nerva e del senato per non spendere oltre il dovuto ed in realtà nascondevano una situazione economica abbastanza buona, infatti quando morì Nerva , Traino non ebbe difficoltà ad elargire come di consuetudine dei premi alle truppe e dil famoso Cangiarium (premio per il cambio dell’imperatore).
Altri soldi furono anche spesi da Nerva per ripristinare i danni dovuti a straripamenti del fiume Tevere. Inoltre fece nuovi granai detti di Nerva , per immagazzinare il frumento e di grano proseguendo il lavoro iniziato da Vespasiano e Domiziano. Nerva celebrò questo fatto come al solito con una moneta tra il 96 ed il 97 che riportava Annone Augusto , ed un alra nel tardo 97 in cui si diceva Plebei Urbanae Frumento Costituto. Per ricordare appunto i magazzini e granai di Nerva. Sempre sulle monete , appare nella leggenda di un conio del primo periodo 97, Tutela Italie . La figura rappresenta Nerva seduto sulla sedia di un magistrato Romano, che tende la mano a una donna "l’Italia" ed ha accanto due figli un maschio ed una femmina . La moneta descrive Nerva come protettore della gente Italica, questo non è solo uno slogan, ma è a memoria delle leggi promulgate a favore della gente Italiana rispetto alle Province romane. Questo a ricordo ad esempio delle leggi sull’ereditarietà che favoriva appunto la gente italiana, in un periodo in cui molti romani preferivano dopo aver combattuto, rimanere fuori d’Italia oppure andare come coloni in nuove province conquistate da Roma. Inolte ci fu anche una nuova legge Agraria a favore degli italiani ed a sostegno dei coloni italiani più poveri che vivevano nei pressi di Roma e sul territorio italiano. A tale proposito si ricorda che molti antichi scrittori latini da Catone a Varrone , scrissero sulla bontà del lavoro nei campi piuttosto che della molle vita di città, esaltando il lavoro nei campi e il valore del lavoro degli agricoltori nel produrre reddito e trarne il giusto profitto. Un fondo si 60 milioni di sesterzi, fu reso disponibile per acquistare terre da distribuire ai coloni romani. Per rendere trasparenti le operazioni di acquisto e distribuzione , fu costituita una apposita commissione senatoriale. Questa operazione per essere completata ebbe bisogno di diversi anni e fu molto laboriosa . Alcuni stotici riportano che furono anche rese disponibili alcuni terreni dell’Ager Publicus , non ancora utilizzati. Ma la somma resa disponibile indica che molte terre dovettero essere acquistate di nuovo. Infatti l’operazione di spostare forze disoccupate dalla città alla campagna ,doveva prevedere anche la soddisfazione dei coloni , che dovevano avere dei terreni buoni per coltivare , altrimenti oltre a non produrre alimenti per i cittadini, ben presto si sarebbero stancati di lavore su terreni infruttuosi e sarebbero tornati nelle città. Dobbiamo tener presente che i cittadini romani non coltivavano in prima persona la terra , ma avevano schiavi e fattori e loro si occupavano solo del buon funzionamento delle fattorie amministrando e gestendo i loro terreni. Da un rapido calcolo relativo all’acquisto dei terreni si puo’ supporre che i 60 milioni di sesterzi , fossero una bella somma, ma in realtà considerando che ai tempi di Vespasiano le entrate annue erano 1200 milioni di sesterzi, si puo’ dire che la somma resa disponibile fosse circa il 5% delle entrate annue, inoltre considerando che l’operazione si protrasse per alcuni anni si può stimare che alla fine si investì circa l’uno per cento dell’incasso annuo dello stato. Considerando poi che costo medio di un buon terreno in Italia, fosse tra i 500 ed i mille sesterzi per iugero , si può dire che si resero disponibili circa 120000 iugeri ( cioè circa 80,000 acri o 32,000 ettari di terreno) , considerando poi che ogni appezzamento di terreno fosse di circa 10 iugeri (6 o 7 acri) , i coloni che beneficiarono di tale misura furono circa 12 mila . Quindi se Roma aveva a quel tempo circa un milione di abitanti l’operazione spostò circa 1,2 per cento della popolazione. Comunque questo gesto contribuì al miglioramento della vita di parecchie persone , in linea con la tradizione del popolo e del senato romano, che aveva colonizzato l’Italia proprio in questo modo nei primi anni dello sviluppo di Roma. La stessa Narnia , città di origine della gens Nerva era divenuta colonia nel 299 prima di Cristo , cioè circa quattrocento anni prima del regno di Nerva. Questo metodo fu in auge anche durante il periodo repubblicano e sotto Augusto , per questo troviamo nelle monete di Nerva l’iscrizione " Divus Augusus". Molte colonie furono fondate o rifondate , come ad esempio la città di Scolacium in Bruttium, che prese il nome di Colonia Minerva Nervia Aug. Scolacium. Nello stesso periodo del regno di Nerva in tal modo fu fondata anche Gloucester in Inghilterra che prese il nome di Colonia Nerviana Gloviensis. L’altra importante misura introdotta da Nerva fu quella degli " Alimenta" . In pratica era un sussidio a favore dei figli dei coloni italiani , per incentivare quindi la procreazione e la diffusione della razza italiaca, dando degli incentivi per ogni figlio generato. Questo fondo fu finanziato con i ricavi degli interessi derivati dal reddito delle terre. Questa legge può essere attribuita a Nerva poiché non se ne ha traccia nel periodo di Domiziano e nel primo periodo di Traiano viene riportata in una moneta del 103 . C’è però una iscrizione in bronzo nella città di Veleia in Liguria , in cui si legge che questa legge fu applicata nel 98 . Questo contributo generava anche una forma di controllo sul numero delle nascite di nuovi figli, infatti i coloni per avere il sussidio denunciavano le nuove nascite . Ricordiamo che una delle attività principali amministrative era quella del Censore che ogni cinque anni faceva un censimento della popolazione e dei beni dei cittadini romani. Questo anche in previsione delle campagne militari e della richiesta di leve militari, che spesso si rendevano necessarie per arruolare nuovi legionari. A ale proposito si può ricordare che sia Domiziano che Traiano reclutarono nuove legioni, Domiziano nel 83 reclutò La legione Minerva, reclutò la II legione Traiana e la XXX Ulpia, probabilmente nel 104. Anche se Traiano probabilmente ricreò le legioni da truppe preesistenti e in parte da soldati presi dalla Spagna, ma la gran parte era sempre di origine italiana. Ricordiamo anche che molte città si opponevano alla proscrizione di nuovi soldati , come avvenne a Narnia ed altre dodici colonie nel periodo delle lotte durante le guerre puniche . Il fatto è ben dettagliato nelle storie di Livio( vedi libro di Narnia e Narni ).
Altra importante questione era quella delle nomine di posti chiave ell’impero e delle province , a partire dai senatori che nel periodo di Nerva erano in gran parte italiaci, anche se c’erano un piccolo numero di senatori delle provincie Baltica e Nerbonese. C’erano poi un paio di senatori provenienti dall’Africa anche se questi erano apparsi nelle liste consolari tra il 90 e dil 94. Nerva nel suo regno nominò un paio di senatori provenienti dalla Spagna ed un paio dalla Nerbonese. Nerva nel suo regno poteva imporre il suo veto alle nomine principali,sia nelle province, che a Roma; ma questo fatto non è ben documentato. Invece risulta che cambiasse la sua guardia Pretoriana nominando Casperio Celiano, al posto di Norbanus e Petronio. Cambiò anche il prefetto della città nominando Aurelius Fulvus . Nomino anche un nuovo prefetto delle acque Julius frontinius al posto di Acilius Aviola. Nerva aveva anche voce nelle nomine dei senatori e delle commissioni e dei mebri del senato, ma il suo rapporto con il senato fu sempre molto buono e segui in gran pare la volontà del senato lavorando con esso in stretto rapporto e sintonia. Per le nomine dei prefetti delle province , non ci sono grandi notizie e durante il suo regno non ci furono grandi movimenti , ma si affidò alle nomine già effettuate da Domiziano e solo pochi governatori furono da lui nominati . Mentre poi Traiano ebbe modo di fare molte modifiche sulle nomine dei governatori delle varie province, oltre alle nuove province che furono da lui conquistate , come l’attuale Romania.
Approfondimenti : Ricerche di immagini su internet Nerva nei musei di tutto il mondo Lapidi ed altri reperti archeologici
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