Fabbrica dei panni lana
a Narni
La storia del
Lanificio di Narni, si lega con la attuale sede dell’Università degli studi di
Perugia a piazza Galeotto Marzio.
Indagando sulla residenza ove ora i giovani
investigatori, studiano per diventare futuri laureati della Facoltà di Scienze dell'
Investigazione, grazie al supporto degli archivi del Comune di Narni, si
possono trovare moltissime informazioni su questo palazzo che dal 1712 fu la
sede del Palazzo della lana fino al
1924.
Inizialmente chiamato palazzo
Bomcambi, dal nome del suo antico proprietario fu acquistato nel 1711 dal
cardinale Giuseppe Sacripante, che aveva bisogno di spazio per alloggiare l'ospizio
da lui fondato nel 1693.
L'edificio si affaccia su due livelli stradali di
diversa altezza: mentre sul lato di piazza Galeotto Marzio si compone di due
soli piani, più il sottotetto, nel lato rivolto verso est il palazzo si
articola su quattro piani, poichè il livello stradale in questo punto è più
basso. Una coppia di portali gemelli, costituiti da una fila di bugne lisce con
bucatura a tutto sesto caratterizzano la facciata. Dal portale di destra si
accede a una stanza con dei soffitti a cassettoni, decorati con degli elementi
floreali e degli stemmi, tra cui quelli dei Cardoli e della famiglia Del
Bufalo. Dal portale di sinistra invece si accede ad una loggia, che svolge
anche la funzione di ingresso e permette di andare ai piani superiori e
inferiori o alle stanze del pianoterra. In fondo si apre un elegante portale
che offre una splendida vista del paesaggio a valle.
Questo palazzo , ci racconta una storia interessante della nostra città, legata alla fabbrica di panni lana, che il
Cardinale Giuseppe Sacripante, volle creare per i ragazzi abbandonati del territorio. Infatti
purtroppo intorno al 1700 era molto diffusa la pratica dell’abbandono dei
neonati, e l’uso della ruota presso i conventi. Ma se i figli abbandonati si
salvavano poi bisognava crescerli, e anche questo era un problema. Di norma i
Proietti, venivano dati a balia nelle campagne,
fino all’età di 12 anni, ma poi o erano adottati dalle famiglie che li
tenevano a balia, oppure non avevano prospettive, per questo il cardinale pensò
alla Fabbrica di panni lana, fatta dai giovani di età maggiore ai 12 anni.
La fabbrica dei panni lana venne
fondata del 1693 Dal Cardinale Giuseppe Sacripante, come ci ricorda anche
Giovanni Eroli.
La fabbrica venne fondata in altro luogo, per dare lavoro ai
ragazzi poveri della città. Solo
nel 1712 fu trasferita in piazza Caiola. Questa Fabbrica che da principio ebbe grande
nome specialmente per i così detti peloni, con il passare del tempo decadde e
fu poi data in affitto.
La fabbrica fu creata per dare lavoro agli esposti
adibiti al lavoro di scardazzare, ammorrare e imprimer la lana, che in parte serviva per gli usi del pio
luogo ed in parte si vendevano al Pubblico. Con la morte del Cardinale nel
1727, gli eredi provarono a mantenere la fabbrica, come dal testamento del
Sacripante, ma poi non riuscirono a mantenere il lavoro iniziato e prima
ridussero i giovani che vi lavorarono, poi sospesero le attività fino al 1793,
data in cui il Cardinale Borgia decise di accorpare i due istituti, quello del
Beata Lucia e quello della fabbrica di lana.
Tutto questo ci viene raccontato
anche dalle lapidi ancora presenti sulla facciata del Lanificio. Infatti oltre
agli stemmi dei papi e dei Cardinali, vi sono ben tre lapidi che ci raccontano
questa storia.
Alcuni documenti ci raccontano
anche che un famoso architetto, Andrea Vici, in quegli anni era presente nel
nostro territorio e si occupò tra le altre cose di lavorare al Conservatorio
dei Projetti di Narni.
Nel 1796 per migliorare il
lanificio il Cardinale Borgia fa acquistare per 700 scudi la Molinella Paterni
in località Catafosse, per ridurla ad uso di Valcheria per il nuovo opificio
dei Borgonzoni che si va a stabilire nell’ospizio di detto ospedale.
La
Valcheria sul fiume Nera, fu per diversi anni al servizio della fabbrica della
lana. All’insegnamento dell’arte della lana , erano adibiti tre Maestri de
Telari era preposto un Ministro al
lanificio.
Nel 1794 gli eredi Sacripante
cedono l’edificio all’istituto Beata Lucia con atto del notaio Pozzi del
29-8-1794 vedi archivio Beata Lucia. Gli eredi mettono nelle clausole che non
venga rimossa la lapide con lo stemma della famiglia Sacripante.
A testimoniare
questo evento ci sono due lapidi che parlano anche di chi erano al tempo le
cariche di rettori del Beata Lucia , ed il Cardinale Stefano Borgia come
protettore del Brefotrofio.
E’ presumibile che in tale data
vennero effettuati dei lavori di
ristrutturazione rifacimento di tutto il complesso ad opera dell’architetto
Andrea Vici responsabile anche dei
lavori per i bimbi abbandonati, come si vede anche a Treia nelle Marche con
Casa di Correzione, struttura demolita, 1783-1797. La fabbrica fu compiuta nel
1787, anche se i primi “12 ragazzi discoli” vi furono introdotti solo nel 1798,
applicati a lavorare lana e cotone con risultati pessimi.
Il lanificio è stato
gestito dal beata Lucia fino al 1809 data in cui con il ritorno dei
Francesi il lanificio fu ceduto in
gestione alla famiglia Malagrisci .
Come si legge nel documento.
Questa attività al tempo occupava almeno 36 ragazzi, e 25 ragazze del conservatorio dell'istituto del Beata Lucia.
Questa attività cessò nel 1924-25 e lo
stabile fu usato come magazzino , poi anche come scuola elementare nel periodo
intorno al 1960-65 per la ristrutturazione del San Bernardo. Nel 1987 fu
danneggiato dal terremoto. Nel 1998-99 fu venduto al comune di Narni. Questa
prima sintesi, relativa ai molti materiali disponibili in archivio, potrebbe
essere da base e stimolo per la
realizzazione di testo piu’ articolato per fare conoscere meglio, ai Narnesi e
agli studenti che arrivano nella nostra città, la ricca storia di questo
palazzo.
Giuseppe Fortunati
Giuseppe Sacripante
Lanificio a Narni
http://www.narnia.it/formina.html
http://www.narnia.it/guida/augusto.htm
sito narnia umbria
Martinelli
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Beata Lucia FAi
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