Centrale di Ronciglione
Ronciglione
Aldo netti nel 1898 riordina e rifà a nuovo l’impianto elettrico di Ronciglione.
Rapporto di Aldo Netti 1901 ai suoi colleghi di corso di Milano
Ronciglione
Durante
l’esecuzione dell’impianto di Spoleto mi fu affidato
dall’impresa Caimmi di Roma il compito di riordinare
l’illuminazione elettrica di Ronciglione, industriosa cittadina
della provincia Romana, da ben tre anni in attesa che la luce elettrica
fatta, fosse effettivamente luce.
L’impianto costruito da uno dei soliti mestieranti che
usurpano il titolo d’Ingegnere sfruttando la buona fede della
popolazione, si presentava in condizioni deplorevoli.
Una dinamo Tecnomasio a corrente continua da 30Kwatt azionata da una
turbina ad asse orizzontale del De Morsiers di Bologna, lavorava su due
fili che percorrevano la città e da cui le lampade erano
derivate con una perdita del 40% di tensione tra la più vicina e
la più lontana dall’officina.
Questa era una grotta, col piancito sterrato, colle pareti produttrici di salnitro.
L’acqua
che sortiva dal lago di Vico, doveva azionare molti piccoli opifici con
serbatoi per immagazzinarla ad libidum, quindi giungeva in Officina
quando voleva, spesso quando i pacifici Ronciglionesi dormivano
saporitamente i loro sonni.
Fu costruito ex novo l’Impianto e l’Officina posta in
posizione più favorevole, ebbe una caduta di m.18 invece dei 7
precedenti: fu modifico il contratto d’uso dell’acqua
e dal marzo 1898 l’impianto funzionava regolarmente. Nella
piccola officina trovavano posto 2 gruppi turbina-dinamo da 50 cavalli
a 550 giri costruiti rispettivamente dal Riva-Monneret e da Tecnomasio.
Tratto da Ing. Aldo Netti “ dieci anni di vita professionale” Orvieto tipografia Marsilio Marsili editore anno 1901.
Molto
interessante anche il rapporto che Netti invia nel 1917 per utilizzare
le acque del lago di Vico per realizzare una grande centrale. Che
riportiamo in parte.
ALLA SCOPERTA DELLE ANTICHE CENTRALI ELETTRICHE LUNGO IL Rio Vicano autore Alberto Saiu
ricordiamo questo interessante testo
che consigliamo di leggere per approfondimenti.
Si Ringrazia Alberto Saiu
Costruzione della condotta forzata.
Ronciglione ...
Ben presto la centrale di Netti divenne
insufficiente per le necessità della zona industriale e quindi
si passo alla costruzione della
Centrale delle Mole
Centrale delle Mole
Sull’onda della Rivoluzione
Industriale sul finire del 1800 anche i ronciglionesi si imbarcarono
nell’avventura della Illuminazione elettrica.
Forti dell’esperienza maturata nella gestione della forza motrice
del Rio Vicano ed essendo nel benessere economico, l’élite
ronciglionese mise in essere la sua centrale elettrica ad opera
dell’impresa di Francesco Dickmann di Ceprano inaugurata in pompa
magna il 31 marzo 1895.
Questa centrale elettrica, eseguita in
modo ancora pionieristico, ebbe vita avventurosa e fu sostituita dopo
pochi anni dalla Centrale costruita da Francesco Caporella nel 1905 a
sud del paese, ben più affidabile e capace di fornire energia
oltre che per Ronciglione anche ad alcuni comuni vicini.
Nello stesso periodo anche altri
industriali locali provarono a generare corrente elettrica in modo
autonomo come per esempio il Sig. Innocenzo Sensini il quale,
già essendo proprietario di una mola azionata dalle acque del
Rio Vicano, realizzò la sua centrale capace di fornire energia
elettrica anche al comune di Caprarola.
Anche Pompeo e Nicola Nicolai fecero
richiesta di utilizzare le acque del Rio Maggiore, nel comune di
Ronciglione, per produrre energia elettrica.
E non finisce qui! Ancora nel 1983 la società Morelli Giorgio a
r. l. con sede a Viterbo chiede di poter utilizzare una certa
quantità di acqua del Rio Vicano per produrre energia elettrica.
Oggi esistono incentivi per la produzione di energia elettrica a mezzo
di piccole centrali idroelettriche. Chissà se nella nostra Rio
Vicano Walley ci sarà chi penserà di approfittarne.
LA VALLATA DEL RIO VICANO
La Cabina elettrica: 1895. Interno della centrale elettrica.
Ronciglione, Archivio Mattei
di particolare interesse anche lo studio
Laghi ed Energia Ambiente, Storia, Economia dei Laghi
dell’Italia Centrale
Terni, 12 settembre 2014
Produzione industriale nei secoli lungo il Rio Vicano
arch. Italia Vinciguerra
Il presente studio pone l’attenzione sui resti di archeologia
industriale rinvenibili ancora nella valle del Rio Vicano nei pressi
del Borgo di Ronciglione.
Oltre ai numerosi siti dedicati all’attività siderurgica
possiamo rilevare la presenza di attività di carattere
idroelettrico, non meno interessante.
Linea Ferroviaria Civitavecchia Orte
Spendiamo prima poche parole sulla fonte di tanta energia per chi non conoscesse il Rio Vicano.
Il Rio Vicano, emissario del Lago di Vico, percorre il territorio
sud-est di Ronciglione, entra in quello di Nepi e di Castel
Sant’Elia per poi immettersi, nei pressi di Civita Castellana,
nel Rio Grande e Rio Filetto confluendo poi nel Treja affluente di
destra del fiume Tevere.
In origine le acque del lago di Vico trasbordavano naturalmente nel
punto più basso della cresta che attorniava la conca e si
gettava nella vallata di lacerazione della valle Vicana.
Lo scavo del canale artificiale che defluisce dal punto di emissione
del lago è attribuibile al periodo etrusco-romano,
inevitabilmente questo abbassò notevolmente il livello delle
acque lasciando allo scoperto molto terreno fertile e pianeggiante,
ottimo per l’agricoltura e il pascolo.
Il ripristino e l’ampliamento del canale sotterraneo, nel 1558,
è dovuto alla volontà del cardinale Alessandro Farnese e
per questa ragione la toponomastica della zona ricorda il vocabolo
“Il Cardinale”.
Lo scorrere delle acque, molto più abbondanti di quelle attuali
oltre che all’irrigazione dei campi dettero origine alla
creazione delle prime officine traendo il moto dalla spinta che si
poteva ottenere sulle pale delle ruote idrauliche che azionavano i
pesanti magli delle ferriere.
Ronciglione durante la Belle Epoque
vantava un certo benessere dovuto all’ attività
industriale ferriera e cartaria che dava lavoro a un ragguardevole
numero di cittadini. Il ceto borghese, formato da possidenti terrieri e
industriali era ben numeroso. Alcuni dei nomi degli industriali
Cavalletti March. Gaspare, Bramini Gioacchino, Leali conte Pietro,
Mannoni Ottavio, Venci Domenico, Gentili Giuseppe, Pizzuti Gio Batta,
Bonelli Girolamo, Poggi Girolamo, Venci Alessandro,…
Lungo il corso del Rio esistevano ancora molte attività
ferriere e cartiere che traevano energia motrice dal corso del Rio
Vicano.
Nel 1893 Ronciglione viene raggiunta dalla ferrovia con la
realizzazione del tronco Capranica-Ronciglione e si entusiasma per
l’avvento dell’energia elettrica.
Gli industriali ronciglionesi ben consci della potenzialità del
corso d’acqua che dava energia a tante attività, intuirono
che avrebbero potuto dare vita, con gli adeguati mezzi, anche ad una
centrale per la generazione della Corrente Elettrica.
Concludendo
Si potrebbe poi creare un circuito interregionale dei luoghi di Aldo
Netti, precursore della elettrificazione di oltre 130 Comuni del Centro
Italia.
In tali circuito potrebbero essere inserite oltre alla Città di
Narni, da cui sono partite nel 1892 le prime sperimentazioni, la
Città di Ronciglione, le Città di Orvieto, di Spoleto, di
Viterbo, di Fabbriano, di Foligno, di Todi, Acquapendente, Viterbo
Norcia,Tuscania, Farfa, solo per citarne alcune.
Molte quindi le opportunità che questa ricerca apre, speriamo che possano essere raccolte nel modo migliore.
|