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Visita del Piccolpasso a Narni  1579

 


 

 

Visita del Piccolpasso a Narni  1579

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il testo originale si trova a Perugia presso la Biblioteca Augusta , mentre una  revisione moderna  si trova anche all'Archivio di Stato di Terni.

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Narnia

Iniqua la nomar molti con dire

che pria che darsi in man de gli inimici,

volse i suoi et se stessa far morire,

crudele esempio popol d'infelici.

Strabon la nominò, per ver pur dire

con i più antichi scrittori e i più felici Narnia,

se ben Nequin la noma , che male obedir volse

un tempo a Roma .

Piccolpasso

Il primo libro delle piante et ritratti delle città e terre dell’Umbria sottoposte al governo di Perugia co suoi discorsi apresso et relationi a luogo per luogo hora rimesse insieme da Cipriano Piccolpasso della terra di Durante.

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Documento completo

Data: 1579

Descrizione:

Cart.; cc. I, 134, I; mm. 32x43

Il manoscritto, compilato nel 1579, si compone di fogli sciolti sui quali, oltre alla moderna cartulazione a lapis, che si seguirà nella descrizione, e che comprende la carta di guardia anteriore ed esclude quella posteriore, è presente la cartulazione originaria in numeri romani, che comincia con il n. VII (c.12 della moderna cartulazione), fino al n. CXXII; è ripetuto il n. LXXII, manca il n.C. Alla c.13 inizia la numerazione marginale dei righi con il n.70, prosegue fino a c. 27 con il n.1120; nella stesura del testo si alternano più mani, oltre a quella dell' Autore. Sottoscrizione del Piccolpasso alle cc.29r,32r, 38r,43r,48r, 52r; l’anno 1579 è presente alle cc. 43r, 48r, 52r. Restaurato nel 1938.

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Storia del manoscritto: Il Piccolpasso, dal 1558 al 1575, svolse le funzioni di Provveditore alla Fortezza di Perugia, che gli conferì la cittadinanza, sovrintendendo, tra l’altro, ad alcuni importanti lavori di restauro e consolidamento di edifici pubblici, nonché alla sistemazione di due strade cittadine. L'Autore descrive i luoghi non solo sotto l'aspetto puramente geografico, ma anche storico, politico, economico e antropologico. Dell’Opera, oltre all’esemplare presente all’Augusta, esistono altri due manoscritti, anch’essi autografi, che si conservano l’uno presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, l’altro nella Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma. Il manoscritto è appartenuto a Eugène Piot ed a Callet Père, di quest’ultimo le annotazioni presenti alle cc. 1r, 105r, 106r. Nel 1928 è stato acquistato dal Comune di Perugia presso l’antiquario Borgognissanti a Firenze.

Contenuto: IL manoscritto, oltre ai disegni a inchiostro distribuiti nel testo, presenta 4 disegni a tutta pagina alle cc. 3r (stemma di Papa Sisto V), 12r, 127r, 135.

Contiene, precedute da cartigli con breve testo introduttivo, 33 Tavole di Piante e Vedute, i luoghi in esse raffigurati sono nell'ordine: Perugia, Assisi, Foligno, Trevi, Montefalco, Todi, Narni, Terni, Rieti, Cascia, Visso, Cerreto, Nocera, Sassoferrato, Città di CastellopiccolbuonaP9220009.jpg (77767 byte)

 

testo originale

Discorso intorno alle cose di Narni

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Io cerco a tutto mio potere di abbracciare quanto più sia possibile i ragionamenti se bene mi si persero molte occasioni che sarebbano da fuggire , ma la necessità del vero di molte cose che mi si raccontano , mi fanno essere più lungo che io non vorrei.

Poiché siamo giunti a Narni diremo primo che di essa città frate Sandro ne parla ampliamente nel suo discorso dell’Italia a fogli 85 . Noi la troviamo esser posta sopra a duro sasso come dice anch’egli.

E’ luoco di bella vista dalla parte verso tramontana, a levante anche gode di veduta tutto il suo piano et quello di Terni et San Gemini. Verso mezzogiorno e ponente è impedita da monti … altro da selve balse

Sassi precipitosi non si vedono. Ha poco territorio non è però che non riponghi e grano et vino che si faccia grandissima quantità di pasta della quale se ne finisce tutto il … et altri fuochi. Pochi esercitii si vedono quindi uomini che attendono è ben vero all’ozio , sia di fatto che questi uomini siano in continue spese , sono non di meno cortesi e amorevoli verso i forestieri. Son fedelissimi alla Chiesa e molto devoti al culto divino. Ha sottil aria sebbene la fiumara che ha sotto ai piedi puo’ render l’aria greve et in questo luogo assai purgata e rara. Ancor che sia sottoposta a grandissimi freddi et grandissimi caldi .Le donne ne sono quindi molto belle , gli uomini sono di honesta statura e buona presenza , vivono assai con poche infirmità . Tale città da in se 800 fuochi gli uomini non troppo debiti alla guerra . Il fuoco da poche legna ..

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La Rocca come si vede dal disegno è fabbrica vecchia se bene ha alte e grosse mura , sta quivi il Governatore e tutta la Birraria . Non ha armi di niuna sorte . Ormai che essa è fortificata verso la pianura, sebbene voglion molti che essa sia stata male difesa, dicendo questi che bisognava renderla più bassa e non di meno assicurata di modo che da quella parte che si avea per debole, potrebbe resistere a ogni grosso impeto. Alla parte verso mezzogiorno da monti che la sovrastano verrebbe in qualche parte danneggiata. Ha tre fontane nella città che ricevono acqua condotta da acquedotto .

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Il condotto di quella di piazza è mirabilissimo , in vero che si vede forare sei alte montagne, calando il suo acquedotto più di 100 passi sotto terra. Il primo di questi monti si addimanda il monte San Silvestro il 2 è il monte del Pozzo, il 3 il monte delle Piagge , il 4 il monte della Campora, il 5 è il monte de Scheia che quive è l’intrata all’acquedotto donde calai io molti della città guidati da una corda e da un lume di una torcia . Arrivati al fondo onde si vedeva esser dilamato il terreno et in molte parti richiuso l’andito dell’acqua , considerato il pericolo al quale eravamo messi, io dissi che il Petrarca signor che in questo Cader mi hai rinchiuso , Tramene salvo. Che io conosco il mio fallo . Veramente fu grandissima imprudenza la nostra . Invero che ogni poco che il terreno che fosse alamato era per soffocare tutti. Da metro la calata bisognò trarre co la fune fratello del marchese di Monte Feltro da qual si fece male da modo che parea morto affatto, stette questo gentiluomo gran pezza a rimirar gli spiriti. Affine che meglio si intenda quello che abbiamo detto ne faremo qui breve disegno.

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Da Sant’Urbano alla città par che vi siano da is miglia. L’acquedotto è miracoloso sotto terra , parrebbe molto bene murato che pare fatto di getto ad uso di conca , che di sopra a lastre grandissime ricoperto , acciocchè il terreno che casca non imbratti l’acqua. Vi si va poi tutto carpone , ma come detto in molti luoghi il terreno si alama ,son forzati quei luoghi di continuo a tener gente a nettare . E’ fatto come appare qui . La lettera A denota il concavo a letto dove passa l’acqua . La lettera B son le lastre che fanno il coperto sopra dove passa l’acqua. La lettera C denota l’acqua che ha l’acquedotto. Il D et E mostrano i parapetti che sono delle grandi balse che fanno spalla al terreno .Questo è quanto per ora mi è dato ragionare di questa fonte , lasciando campo da ragionare nel mio secondo trattato dove si racconteranno alcune cose più chiare et degne di memoria.

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Restami dire intorno ai suoi confini , qual verso Tramontana confina con San Gemini, lontano 6 miglia, da tramontana verso Levante con Cesi e con la torre de Lana, a miglia 6 con Terni al medesimo con Collescipoli a miglia 5 , con Stroncone a miglia 7 . Con Amelia con Orte e con Pericoli e Confini i quali non si vedono. I propri suoi confini sono a tre miglia dalla città. Ha molte case nobili come Cesis, che ha castello, Montoro che ha castello, Cardula ha castello, Orsina ha castello, et è muova in Narni Scotta ha castello, Ridolfina ha castello, Marinata ha castello. Altre poi che son nobili e ricchi senza castello, sono come l’Herula, la Massea , la Cardona , l’Ariosceziona, Buoscambra, Allerina , Balessina, Lombarda ,Cottia, Panegra, Massara, nuova in Narni Hermanella, Spinola, Ternibilli, Capisonia. Ha parimenti molti dottori et uomini litterati , et persone di pregio e sopra tutto amorevoli. E questo basta quanto a Narni.

 

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Riportiamo anche informazioni dalla reversione  moderna del Volume 
 
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revisione moderna  si trova anche all'Archivio di Stato di Terni.

Bisogna ricordare che il Papa nel 1570 

aveva fatto addirittura una bolla di scomunica per l'acquedotto della Formina a Narni 

questo documento si trova anche in copia presso la Biblioteca Beata Lucia Broccadelli a Narni .

Scomunica del papa Pio V
Contro quelli che devastano la Formina di Narni, occupano o deviano l’acqua e vi fanno altri danni .
Al vescovo di Narni, Alcuni diletti figli di questa comunità , ci segnalano che ci sono persone di ambo i sessi che deviano il corso dell’acquedotto dentro e fuori la città per propri scopi, ed altri che rovinano le acque buttando immondizia ed altro in detto acquedotto. 

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Nell’anno 1570 il 18 Aprile, nell’anno quinto del nostro pontificato, contro di essi ci sia una scomunica .

Papa Pio V

Al secolo Antonio (in religione Michele) Ghislieri (Bosco Marengo, 17 gennaio 1504 – Roma, 1º maggio 1572), è stato il 225º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, sovrano dello Stato Pontificio, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice, dal 7 gennaio 1566 alla sua morte. Teologo e inquisitore domenicano, operò per la riforma della Chiesa secondo i dettami del Concilio di Trento. Con san Carlo Borromeo e sant'Ignazio di Loyola è considerato tra i principali artefici e promotori della Controriforma. Durante il suo pontificato furono pubblicati il nuovo Messale romano, il Breviario e il Catechismo, furono intraprese le revisioni della Vulgata e del Corpus Iuris Canonici.
Intransigente tanto nel governo dello Stato Pontificio quanto nella politica estera, fondò la sua azione sulla difesa del Cattolicesimo dall'eresia e sull'ampliamento dei diritti giurisdizionali della Chiesa; nel tentativo di favorire l'ascesa al trono inglese della cattolica Maria Stuart, scomunicò Elisabetta I d'Inghilterra.
La sua figura è legata alla costituzione della Lega Santa e alla vittoriosa Battaglia di Lepanto (1571). Fu beatificato nel 1672 da papa Clemente X e canonizzato il 22 maggio 1712 da papa Clemente XI.

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