Il Collegio delle "Peschiere", alloggiato in un antico
palazzo di fronte al mare, fu il primo Istituto "Italiano" di educazione
femminile.
Tale esperienza pero’ non ebbe successo a causa delle forti
spinte innovative che Caterina proponeva , e che la società di quel periodo non era
pronta a raccogliere , essendo ancora legata alla formazione Gesuita .
Alcuni mesi dopo le sue dimissioni, usciva su Civiltà Cattolica un
articolo anonimo, in cui si rimproverava senza mezzi termini alla Ferrucci di aver aperto
una scuola per la donna Italiana.
Il Gesuita autore dell'articolo riteneva un errore l'amor di patria e sosteneva che una
fanciulla formata dalla educazione della Ferrucci sarebbe stata una razionalista in
religione e una fanatica in politica e che non era certo necessaria la cultura per
giungere al fine segnato da Dio per la donna.
Solo nel 1911 Civiltà Cattolica renderà giustizia alla scrittrice, riconoscendole meriti
religiosi e civili.
Quindi Caterina torno a Firenze dove passo gran parte della sua vita
dal 1851 al 1887 .
E’ a Firenze che Caterina , scrive e mette a punto le sue maggiori opere nel 1853
affermava: "Ho finito di scrivere un libro intorno agli Studi delle donne che è il
compimento dei miei diversi lavori intorno all'educazione".
Nei "diversi lavori" la Ferrucci aveva affrontato con passione, tenendo sempre
in conto il fine patriottico, tutto l'universo della educazione femminile. Aveva
disquisito di quale cultura la donna avesse bisogno, quali letture dovesse fare e a che
età, quali materie dovesse studiare e perché, della educazione della fantasia e della
memoria che è finalizzata alla formazione della coscienza nazionale e quindi quali esempi
di virtù e di coraggio dovessero essere affidati alla memoria dei giovani.
Tra tali scritti si
ricordano: