Narnia degli Scolopi (La chiesa e la scuola a Narnia nel 1618)
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La Narnia Dagli Scolopi San Giuseppe Calasanzio (1557-1648) dedito all'apostolato dell'educazione dei ragazzi. Fonda a Narni gli Scolopi nel 1618. Giuseppe Calasanzio, in spagnolo José de Calasanz (Peralta del Sal, settembre 1557 – Roma, 25 agosto 1648), è stato un sacerdote spagnolo, fondatore dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie (detti Scolopi): è stato proclamato santo da papa Clemente XIII nel 1767. Nel 1597 aprì "la prima scuola popolare gratuita in Europa" (L. von Pastor) presso la chiesa di santa Dorotea in Trastevere (Roma). Lì sviluppò il suo progetto della scuola come una salvezza educativa per i ragazzi di strada (metodo preventivo, attinto da Filippo Neri). Morì novantenne il 25 agosto 1648 a Roma. Ancora oggi sono presenti scuole a lui intitolate in tutto il mondo. Papa Benedetto XIV Lambertini lo beatificò il 18 agosto del 1748. Venne canonizzato da papa Clemente XIII il 16 luglio 1767 e venne proclamato da Pio XII "Patrono davanti a Dio di tutte le scuole popolari cristiane del mondo" nel 1948. Papa Gregorio XV approvo' la regola dell'ordine e riconobbe gli Scolopi, elevandoli a ordine regolare (il 18 novembre 1621). La storia dice che l'allora vescovo di Bologna Alessandro Ludovisi (Bologna, 9 gennaio 1554 – Roma, 8 luglio 1623), per andare al concilio di Roma si sia fermato a Narni ed in quella occasione padre Calasanzio gli parlo' della regola degli scolopi e gli disse che lui sarebbe andato a Roma come Vescovo e ne sarebbe uscito Papa. Questo fatto si avvero' ed il nuovo papa, si ricordo' di padre Calasanzio approvando la sua regola. , Proprio a Narni fu presente padre Calasanzio tra il 1618 ed il 1621 A Narni furono scritte le regole per l’ordine religioso approvato il 18 Novembre 1621 . La loggia degli Scolopi indica ancora il luogo in cui a Narni nacquero le scuole popolari dei padri Scolopi. Sicuramente la presenza a Narni di padre Calasanzio ebbe dei punti di contatto con la famiglia Cesi ed in particolare con Federico Cesi , che in quel periodo fondava l'accademia dei Lincei oltre ad avere presso Narni una dimora estiva nella chiesa di Sant'Angelo nella omonima strada nei pressi di Taizzano. Federico Cesi (1585-1630) . Lo spirito riformatore degli Scolopi porta padre Calasanzio ad aprire anche alla scienza ed al libero pensiero , facendolo avvicianare a Galileo Galilei ed a Tommaso Campanella battezzato Giovanni Domenico Campanella (Stignano (RC), 5 settembre 1568 – Parigi, 21 maggio 1639) è stato un teologo, filosofo e poeta italiano. che fu anche professore nelle scuole degli Scolopi. E particolare fu il rapporto fra Scolopi e Galileo, tanto che S. Giuseppe Calasanzio, fondatore dell’ordine, scrisse in una sua lettera di inviare un Padre a Firenze per affiancarlo allo scienziato: intorno a Galileo stesso gli Scolopi costruirono poi una scuola di cultura scientifica.
Narni loggia degli Scolopi Senza mai trascurare il lavoro giornaliero nella scuola, la stanza del Calasanzio si trasformò nell'ufficio di un leader carismatico e fondatore attento, che orienta e dirige la crescita delle Scuole Pie e degli Scolopi. Così lo testimoniano circa 5000 lettere manoscritte conservate nella curia generalizia. Buona calligrafia, concisione nel trattare ogni tema e semplicità di linguaggio: teoria fatta vita nel maestro Calasanzio. Le lettere di Narni trovate partono dal Roma 18 Aprile 1618 (ai priori di Narni) e Calasanzio scrive da Narni di Narni adì 10 feb.° 1619. E finiscono il Di Narni adì 14 feb.o 1621.
San Giuseppe Calasanzio, il fondatore della prima scuola pubblica cristiana e dell'Ordine degli Scolopi, nacque in Spagna nel 1557. Nove anni dopo essere stato ordinato sacerdote, partì verso Roma, dove si commosse per la miseria della gioventù nel quartiere più povero della città. Ascoltò la voce del Signore, che gli disse: "Giuseppe, datti ai poveri. Insegna a questi bambini e bada ad essi." Calasanzio, sentendo compassione per i bambini poveri ed abbandonati che vivevano a Roma, fondò nella Chiesa di Santa Dorotea la "prima scuola pubblica e gratuita dell'Europa". Il suo scopo educativo rimase riassunto nel suo lemma di "pietà e lettere" che può tradursi per "fede e cultura". Alla sua opera diede il nome di "Scuole Pie." Il centro delle sue idee educative fu il rispetto per la personalità di ogni bambino e il vedere in essi l'immagine di Cristo. Per mezzo delle sue Scuole Pie, tentò di servire le necessità fisiche e spirituali dei giovani a suo carico. Calasanzio fu amico di Galileo, il grande scienziato, e diede grande importanza alle scienze e alla matematica, come all'umanistica, nell'educazione della gioventù. Per continuare il suo lavoro educativo fondò l'Ordine delle Scuole Pie, un Ordine religioso i cui membri, conosciuti come gli scolopi, professano quattro voti religiosi solenni: povertà, castità, obbedienza, e dedizione all'educazione della gioventù. Il sogno e desiderio di San Giuseppe Calasanzio di educare tutti i bambini, le sue scuole per i poveri, il suo appoggio alla scienza di Galileo, e la sua vita di santità al servizio dei bambini e dei giovani, gli guadagnarono l'opposizione di molti nelle classi dirigenti della società e nella gerarchia ecclesiastica. Ma Calasanzio mostrò una pazienza esemplare di fronte ai problemi. Morì a Roma il 25 di agosto del 1648. Convinto che il suo ordine ed il suo sogno non
sarebbero cessati. E così fu, perché fu dichiarato santo nel 1767, ed il Papa Pio
XII lo dichiarò nel 1948 "celestiale patrono di tutte le scuole popolari
cristiane". Recentemente, Papa Giovanni Paolo II affermò che San Giuseppe Calasanzio
prese per modello Cristo e cercò di trasmettere ai giovani, oltre alla scienza profana la
saggezza del Vangelo, insegnando loro a captare l'azione amorosa di Dio. Giuseppe Calasanzio (José de Calasanz) (Peralta del Sal, Spagna, ? settembre 1557 - Roma, 25 agosto 1648), fondatore dell'Ordine dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie (sacerdoti dei quali sono gli scolopi), è commemorato come santo dalla Chiesa cattolica dal che ne celebra la festa liturgica il 25 agosto; patrocinio il 27 novembre. Nel 1597 aprì "la prima scuola popolare gratuita in Europa" (L. von Pastor) presso la chiesa di santa Dorotea in Trastevere (Roma). Lì sviluppò il suo progetto della scuola come una salvezza educativa per i ragazzi di strada (metodo preventivo, attinto da Filippo Neri). Morì novantenne il 25 agosto 1648 a Roma. Ancora oggi sono presenti scuole a lui intitolate in tutto il mondo. Papa Benedetto XIV (Lambertini) lo beatificò nel 1748. La Chiesa cattolica ne autorizza il culto come Santo dal 1767, venne proclamato da Pio XII "Patrono davanti a Dio di tutte le scuole popolari cristiane del mondo" nel 1948. È titolare della Congregazione degli Operai Cristiani, fondata a Vienna da Anton Maria Schwartz (1852 – 1929). Gli Scolopi sono una ordine clericale cattolico. L'ordine dei Chierici Regolari è stato fondato da san Giuseppe Calasanzio, nel 1597 e nel 1622 è stato riconosciuto dalla Chiesa come Ordine dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie. Il Calasanzio diede vita ad un'attività educativa di ispirazione cristiana, ma non confessionale. Aperta agli ebrei, ai quali non proponeva la conversione. La sua scuola popolare ed integrale era gratuita. San Giuseppe Calasanzio aggiunge ai tre voti tradizionali (castità, povertà e obbedienza) un quarto voto, quello della particolare attenzione nell'educazione dei bambini poveri. Volle poi che quest'opera fosse attuata soprattutto attraverso il ministero sacerdotale. L'ordine tutt'ora cura e dirige il più antico collegio di scuole popolari: il Nazareno di Roma, fondato dallo stesso Calasanzio. Nella primavera del 1597, il Calasanzio, membro della Confraternita dei Dodici Apostoli, visitò il quartiere di Trastevere a Roma e nella parrocchia di Santa Dorotea aprì una piccola scuola parrocchiale, lo ispirò lo stato di abbandono ed ignoranza dei fanciulli. Quella scuola divenne l'inizio delle Scuole Pie. I giovani che si unirono a lui nel corso degli anni decisero di emettere voti e di riunirsi in comunità. La Chiesa l'approvò come Congregazione nel 1617 e come Ordine con un voto specifico nel 1622. "Il carisma calasanziano si manifestò progressivamente e venne approvato dalla Chiesa come una missione educativa cristiana destinata a bambini e giovani, condivisa in una comunità di vita religiosa e svolta da persone consacrate a Dio, di preferenza sacerdoti". L'ordine fu sciolto per desiderio dei Gesuiti, in quanto i suoi adepti veniva considerati troppo semplici nel loro abbigliamento, ma dopo circa un lustro fu riautorizzato da papa Pio IX. Peraltro recentemente la storica Karen Liebreich ha dimostrato grazie a documenti reperiti presso l' Archivio Vaticano, come nel 1646 gli Scolopi furono in effetti sciolti per provate diffuse molestie su giovani scolari da parte di alcuni educatori appartenenti all' ordine. Peculiare è il fatto che del suo scioglimento non vi sia cenno alcuno nel sito ufficiale dell' ordine. Fino alla morte, il Calasanzio promosse l'espansione della Congregazione ed insistette sempre nelle tre caratteristiche: * dare priorità all'educazione fin dall'infanzia, * all'educazione dei poveri, * all'educazione alla pietà cristiana. c. 35a Del modo come debbono essere le Scuole Pie. Per introdutione dell'opera delli Padri delle Scuole Pie è neccessario prima che possino star 12 padri almeno, conforme le Bolle di sommi Pontefici et per conservar essi l'osservanza religiosa è necessario che tutti habitino in un dormitorio fatto a modo de regolari, acciò il superior veda l'attioni d'ognuno et più facilmente si possino congregar all'hora dell'oratione del capitolo delle colpe et mortificationi nell'oratorio, o loco deputato. In questo dormitorio vi doverà essere una stanza maggiore per oratorio et un'altra per libreria o studio, un'altra per guardarobba comune de panni, et tre o quatro per occasione d'infirmità. Sotto questo dormitorio potrà star il refettorio, la cuccina, una camera per la dispensa dove tenga le sue robbe il refettorier, una camera per la legna et per lavar li panni li istessi religiosi. Le quali cose non si trovano mai a proposito in case fatte per secolari. Questa poca fabrica doverà esser attaccata ad alcuna chiesa già fatta, o vero da farsi et sarebbe ancora necessario un poco di spazio per un horto. L'utensili et beni mobili per detti padri saranno un letto con solo un pagliariccio capezzale et due coperte, un tavolino et un scabello per camera, nel reffettorio usano una sola servieta per uno, magnano tre volte la carne nella settimana cioè domenica, martedi et giovedi, se però questi ultimi non saranno impediti dal digiuno della Sta Chiesa. Sogliono far li Padri la provisione delle cose necessarie alli tempi delle raccolte, dimandandole alli particolari che le possono dare sì che devono vivere di limosine mendicate da essi Padri, o portateli liberamente da persone pie. Non possono tener altri stabili che l'horto contiguo, et se alcuno lasciasse alcuni beni, all'hora la communità li pigli, et li distribuisca ad altri luoghi pii, non havendone bisogno per il loro sostento li Padri. Le scuole per li giovinetti potranno [essere] vicine all'habitatione de' Padri o vero alquanto lontane secondo la comodità della comunità. Orig. (o) in Arch. G.le, RC. n. 1, 32. Epistolario (a.d. 1588)Senza mai trascurare il lavoro giornaliero nella scuola, la stanza del Calasanzio si trasformò nell'ufficio di un leader carismatico e fondatore attento, che orienta e dirige la crescita delle Scuole Pie e degli Scolopi. Così lo testimoniano circa 5000 lettere manoscritte conservate nella curia generalizia Eccone alcuni esempi: c. 23 (1588 - 1620) A molto Ill. Signori in Christo Osservantiss., li Sig. Priori di Narni Come le molto Ill. SS. VV. intenderanno dalla viva voce del sig. Capit. Quintiliano, ha il sig. Card. Giustiniani nostro Protettore ottenuto licenza da N.S. che possiamo venir costì a far la carità di servirle nell'esercizio nostro delle scuole, e che saremo pronti nell'esecuzione di ciò quanto più tosto ci sarà possibile, e sempre con ogni esatta osservanza della somma povertà conforme al nostro Istituto, desiderando molto di corrispondere alla confidenza che in noi si compiacciono di tenere le SS. VV., alle quali servirà questa in risposta della grata1 loro del 22 passato. E qui prego Dio, che la feliciti etc. Di Roma delle Scuole Pie il dì 4 d'Aprile 1618. Servo in Christo il Vice-Prefetto de i Poveri della Madre di Dio. Cop. (incompl.) stampata, in Arch. G.le, RP. n. 42, 77. 1. grata: gradita. c. 24 (1588 - 1620) Ai Priori di Narni Non si mancherà di mandar costì alcuni di questi Padri per trattare con le SS.VV. dell'esecuzione di quello, che alla molta prudenza di esse più parerà convenirsi per il buon servizio della scuola e conservazione della povertà del nostro Instituto: i quali col mezzo del sig. Gio. Battista Fusoretti s'invieranno subito che il tempo pigli di buona piega; con che etc. Roma 18 Aprile 1618. Servo in Christo il Vice Prefetto della Congregazione Paolina de i Poveri della Madre di Dio. Cop. (incompl.) stampata, in Arch. G.le, RP. n. 42, 77. c. 36 (1588 - 1620) Al Car.mo nel Sig. Gio. Castiglio salute et gratia a Roma Pax Christi Car.mo nel Signore Mi sono scordato di scrivere al P.re Paolo et al P.re Benedetto che qui hanno bisogno di alcuni libretti di laudi che tra tutti non credo ne habbiano più che tre o quatro, essendo loro dodeci o tredeci, et il P.re Lorenzo che è il capo maestro della dottrina cristiana ha bisogno di alcune dottrine delle piccole, però farà che ms. Giovanni? procuri dui testoni et mandatele per il mulatier1? che io, subito che sarò costà, darò il costo; raccomandatemi al P.re Gasparo et insieme a ms. Giovanni et desidero saper si esta meglio et ricordi parimente al Sig. don Cipriano che quando io ritorni, che sarà al principio della 2.a settimana di quaresima, habbia accomodato col Sig. Bayano il negotio della grammatica. Et il Signore ci benedica tutti amen di Narni adì 10 feb.° 1619. Al P.re Benedetto che mandi alla posta di Genova le due lettere del Fratel Simone che vanno a Lucca. Orig. (o) in Arch. G.le, RC. n.1, 33 1. mulatier (= mulattiere) : trasportatore di materiale vario con carri trainati da muli. c. 39 (1588 - 1620) Al Car.mo nel Signore Gio. Garzia del Castiglio salud en Roma Pax Christi Car.mo nel Signore Ho visto quanto mi scrive et quanto al P.re Biaso della dottrina cristiana dirà, quando lo veda, che io ho scritto al P.re Vice Rettor circa li suoi colori et spero che li farà il servitio. Quanto al fornaro, io non so dove metter mano per sodisfarlo se non a quel poco grano che esta in sacristia, per adesso se il Sig. Panicola volesse andar un poco col Sig. Cosimo o almeno il Sig. Cosimo con il fratel Andrea, vederiamo di provar la nostra sorte. Quanto al romito1 della gran barba scrivo al P.re Gio. Pietro che lo rimetta al P.re Francesco acciò consideri bene se sarà conveniente trattenerlo nel novitiato sin che io ritorno. Quanto al confessor haverei caro servisse quel prete vecchio che io accordai. Non so che cosa possa esser la scrittura che dice il P.re Buccioli haverli detto il Vicegerente. Quanto al Sig. Ferdinando de Soria mi dispiace non essermi trovato in Roma almeno per farli intendere che per conto de Giovanni non mi resta in mano altro che 20 scudi in dieci mesi, ma semo già acostumati a perdere con tutti. Sia il Signore lodato. Quanto ad Ansano si2 ricade, dubito assai non vi resti per esser disordinato et di poca obedienza. Il Signore l'aiuti per sua pietà. Quanto a Don Cipriano haverei voluto che per adesso, vista la nostra miseria, si contentasse con alcuna sottana se vi è in guardarobba et calzette et scarpe et mutande et in altra occasione se li provederà il resto. Non mi datte aviso se il breve del ordenarse extra tempora l'havete in mano, haverei voluto che si fussi detto al Sig. Ferdinando de Soria che si fussi informato in Napoli circa la gratia che pretendiamo et ci havessi datto risposta; se li parerà scriverli due righe lo farà. Di gratia si tenga conto questi pochi giorni che restano di scuola non si faccia disordine alcuno. Per l'altra posta scriverò il resto se me ne ricordarò. Il Signore ci benedica tutti amen. Di Narni adi 9 ott.e 1619.
Orig. (o) in Arch. G.le, RC. n. 1, 34. 1. romito : eremita 2. si : se ricade... c. 41 Dirà al P.re Benedetto che quanto prima se ne venga la volta di Narni se starà in
Roma et se sarà fuori lo mandarà a chiamar che io l'aspetto di giorno in giorno et
potrà menar seco a Onofrio quale poi potrà ritornar meco a Roma et la cerca1
spero che sarà finita per tutto ottobre et il P.re Pietro Andrea potrà tener conto in
far venir il vino. Ho scritto da tre o quattro volte che mi mandino una copia delle
meditationi che si legono costà la sera et non mi rispondono a questo cappo. Al padre
Francesco dirà in quanto al cocco2, che dize li dimanda l'habito, faccia come
li pare a esso più conveniente, et che in quanto al novitiato veda di trovar a piggione
una casa che sia aproposito et vi possano stare molti novitii et se li parerà trattarne
col Sig. Cardinale lo potrà fare. Il libro del Vignola di architettura non mel'hanno
mandato mai, lo mandino quanto prima. Le lettere che saranno in compagnia di questa darà
puntualmente et il Signore ci benedica tutti amen di Narni 1619. Orig. (o) in Arch. G.le, RC. n. 1, dopo lett. 34 (incompl.) ined. 1. la cerca: la questua pubblica. 2. al cocco: al cuoco. c. 41 Al m.to R.do in Christo il P.re Castiglio a RomaPax Christi Aspetto qui quanto prima il P.re Benedetto acciò io possi
ritornar costà; procurino di far sì che le scuole si comincino bene in caso che io non
fussi venuto et se il P.re Pietro Andrea non stasse per poter far la scuola, vorrei che se
vi può andare per trattenerla un poco vi andasse il fratello che stava alla 3ª o vero
Ottavio sin tanto che io vi potessi andare o vi si pigliassi altro rimedio conveniente; ma
spero nel Signore che non bisognarà. Havemo ricevutto il canestro con le marangole et
altre cose che in esso erano et l'ostensorio. In quanto al vino della cerca mi rincresce
di quel che si è perso o butato et che tanti siano stati di bisogno questo anno per essa.
impararemo per altro anno a sapperla far meglio, ché intendo alcuni non si sono portati
troppo bene. Et per estar di pressa1 non sono più longo; scriverò in altra
occasione. Il Signore ci benedica tutti amen. Di Narni adì 27 ott.e 1619. Dirà al Sig.
Cosimo che mi perdone che l'altra posta li scriverò che per star molto occupato, che
havemo in casa allogiato il Sig. Card. Protettor, non ho troppo tempo. Mandarà alla posta
di Genova quella che sarà con la presente. 1. pressa: più comunemente ?prescia?, che è voce pop. per fretta, premura. c. 42 Al P.re Castiglio nelle Scuole Pie a RomaPax Christi Car.mo fratello in Christo Non hebbi hieri tempo di scrivere
per il Sig. D. Cipriano, ma scrissi solamente al Padre Gio. Pietro circa li maestri delle
scuole et desidero che vi attendano come si deve et si dia un principio buono accomodando
bene tutte le scuole. Il fratel Martino andarà alle scuole di Borgo acciò s'indrizzino
bene ché ho paura non se ne tenga poco conto. Qui è stato allogiato da noi al ritorno di
Loreto il Sig. Card. Giustiniano con dui Prelati et è partito sodisfattissimo, non solo
del profitto che hanno fatto in sì poco tempo li nostri Maestri havendoli fatto sentir
tre scolari che dissero quanto bene si poteva dire, ma ancora del buon trattamento, che
havendo incontrato al Card. Ludovisio presso a Utricoli1 li disse che venisse
ad allogiar da noi come fece, che in Narni non trovarebbe alloggiamento così buono
perchè feci aprir due porte et haveva una saleta et due stanze parate molto bene et fuori
in loco di salone dove stava la gente per audienza un corritor o dormitorio longo 90 piedi
delli miei et largo 16, come ne potrà dar relatione il detto D. Cipriano. Ho paura che
bisognarà far questa servitù di allogiar a molti Cardinali quando passino di qua che
sarà di qualche disturbo. Dirà al Sig. Cosimo che procuri insieme col P. Francesco et
col P. Ascanio et col Sig. Giulio Cesare di ritrovar alcuna casa per il novitiato che sia
capace et il Signore ci dia la sua santa beneditione. Di Narni a dì 30 ott.e 1619. 1. Utricoli: oggi Otrìcoli, località umbra sul Tevere, vicina a Narni. c. 43 Al m.to R.do in Christo il P.re Castiglio Economo delle Scuole Pie a RomaPax Christi Car.mo nel Signore In risposta delle sue lettere, le quali
sono per tutti noi di grandissima consolatione, dico che hebbi tutte le cose che mandò
col canestro et dipoi ho havuto il panno per far una sotana et mantello, ma non quel
fagotino piccolo dove dice viene quel pezzetto di panno tanto raccomandatoci prima di
metterlo in opera et non so che cosa sia. Quando io sarò costà coll'aiuto del Signore
che sarà fatta la professione di Stefano, quale penso sarà il dì della Presentatione,
vederò di dar sodisfatione al Reverendo di Lucca quale dice ha portato una certa scatola
con alcuni Bambini dei quali me ne scrive il Pre Vice Rettore da Lucca, si conservaranno
costà sino al mio ritorno et similmente vederemo di accomodar il negotio del barbier. Qui
fo far particolari orationi per le cose del Imperator che è necessario applicarvi tutto
l'animo nostro et tutte le opere nostre. Il Sig. ci essaudisca. Qui vi è stata molta
cattiva raccolta et di passarina et d'altri frutti per l'inverno et bisogna pagar costà
per portatura un bajoco1 per libra che torna caro se già non si manda per
alcun amico. Haverei voluto saper quante botte di vino hanno raccolto quest'anno poiché
tanto costa di portatura et di distrattione2. Li libri che io scrissi sono in
casa del libraro Arditi et quel libro dell'architetura del Vignola sta nella libraria è
in folio et molto sutile, il qual vorrei insieme con quel altro de cronologia deorum che
penso l'haverà il fratel Ottavio. Quanto alle calzette si usaranno della stessa saieta3
grossa che si sono usate per il passato ma a modo di staffa sotto il piede mettendovi
all'intorno un poco di fettuccia negra acciò non si rompano così facilmente che portando
il piede alquanto scoperto conviene che vada così la calzetta. Ho molto a caro che le
scuole del novitiato vadano bene. Spero che ancora coteste andaranno bene sicome queste
cominciano ancora a mettersi in ordine che ne havevano non poco bisogno. Se ritornerà
costà quel giovane rosso irlandese, che aspetta per mezzo mio le lettere di Spagna circa
una pensione sua, lo interroghi più in particolare circa li 12 overo 15 todeschi che esso
dice hanno desiderio d'intrar tra di noi et che io col aiuto del Signore sarò costà tra
quindeci dì incirca. In risposta della lettera del Sig. Giulio Petronio non so dir altro
che quanto prima sia possibile si diano li sette scudi ad Angelo Piolio che così me lo
scrive. Io spero che per li mezzi che noi non ci imaginiamo ci ha di dar soccorso grande
il Signore, se però lo serviremo con diligenza et perseveranza, il quale ci benedica
tutti amen. Di Narni adi 9 no.e 1619. Al m.to R.do in Christo il P.re Gio. Pietro [Cananea] povero della Madre di Dio a Roma
Pax Christi Molto R.do P.re Aspetto dimane lunedì il fratel Giovanni col asinello per
partirmi la volta di Roma quanto prima col aiuto del Signore, se però il tempo non fussi
molto contrario et credo che prima che mi parta sarà qui il P. Vice Rettore da Lucca
senza haver concluso al parer mio cosa alcuna circa la reliquia, neanco circa al menar
seco soggetto alcuno per leggere lingua lattina in loco del P. Gasparo, se il Signore ce
lo togliesse il che spero non farà prima dell'anno Santo almeno. Qui per grazia del
Signore si sono cominciate ad inviar1 le scuole et li oratori con un fervor
grande; piaccia al Signore vada sempre accrescendo nel suo santo servitio siché posso
adesso partirmi con qualche sodisfattione. Et perché spero col favor del Signore esser
costà il giovedì o venerdì prossimo, lascio tutto il resto per all'hora. Intanto il
Sig. ci benedica tutti amen. Di Narni adi 17 no.e 1619. In essa sono riportati molti eventi particolari ed i rapporti tra i Priori di Narni e i padri Scolopi . Molte le informazioni di dettaglio come il soggiorno a Narni di San Calasanzio per scrivere la regola del suo Ordine . A Narni furono scritte le regole per l’ordine religioso approvato il 18 Novembre 1621 .La Chiesa l'approvò come Congregazione nel 1617 e come Ordine con un voto specifico nel 1621. A Narni fu ospitato il Cardinale Ludovisi che divenne poi papa Gregorio XV. Proprio durante tale soggiorno avvenuto a Narni il 6 febbraio 1621, Calasanzio ebbe modo di illustrare la regola dell'ordine dei padri Scolopi e di predire al cardinale che presto sarebbe divenuto papa. Cosi' avvenne e il 9 febbraio dello stesso anno il Conclave nominò Papa il Cardinale Ludovisi.
NARNI: Collegio e Casa di formazione della Provincia Romana (1618 – 1873). Riferimenti bibliografico: NARNI: Collegio e Casa di formazione della Provincia Romana (1618 - 1873). Narni, feudo del Cardinale Benedetto Giustiniani, fu la seconda fondazione fatta da S. Giuseppe Calasanzio fuori Roma nel 1618 con licenza verbale di papa Paolo V. La popolazione offrì le condizioni per la fabbrica dell'edificio e lo stabilimento delle Scuole Pie presso il Palazzo dei Priori per trasformarlo in collegio. L'edificio era stato costruito nella seconda metà del XIII sec., mentre la loggia risaliva alla seconda metà del XV sec. Si aprirono le classi il 5 novembre 1618 con grande solennità e assistenza del popolo e delle autorità. L'attività scolastica iniziò subito in sedi provvisorie e nel contempo si cominciarono i lavori di adattamento dell'edificio a collegio, finanziati dalla comunità cittadina e voluti dal Cardinale Giustiniani che incaricò Carlo Maderno di revisionare il progetto di ristrutturazione. Padre Benedetto degli Arcangeli fu il direttore dei lavori che interessarono la zona della loggia, dove fu costruita una scala e venne sistemata la cappella. Nel 1619 il soggiorno di S. Giuseppe Calasanzio in Narni documenta l'abitabilità della casa scolopica. Alla prosperità della casa di Narni contribuirono anche la donazione del patrizio senese Settimio Mautini e del duca Cesi di Acquasparta che cedette una porzione di terreno per ampliare il complesso. Il fabbricato era a pianta irregolare con al piano terra la chiesa ad aula, il refettorio, i servizi e orto sul retro, mentre nei due piani superiori le scuole, i dormitori e la biblioteca che si distribuivano intorno ad un chiostro centrale. Per volontà di S. Giuseppe Calasanzio, data la strategica posizione di Narni, vennero destinate due sale quale alloggio ai cardinali di passaggio per Roma. L'assenza di tali ambienti nei disegni che si conservano nell'archivio storico della Curia Generalizia, potrebbe farli risalire al 1618, fase iniziale dei lavori controllati dal Maderno. La chiesa fu intitolata a S. Cassio e adattata all'interno dell'edificio con una
cappella per lato e due confessionali sul fianco inclinato. L'altare maggiore si collocava
su una zona di presbiterio a pianta quadrata, tra il cortile e la sacrestia, mentre il
coro era ricavato sopra la zona d'ingresso. In una fase successiva a questo primo periodo
la chiesa presentava una variante nella parete verso il vicolo, dove, al posto di un
confessionale, vi era una cappella. Nel 1619 vi erano duecento alunni. In Narni S. Giuseppe Calasanzio scrisse le
Costituzioni dell'Ordine. Dal 1640 in un elenco degli alunni di Narni figuravano i nomi di tre religiosi
conventuali, tre cappuccini, uno scolopio, quarantasei ecclesiastici, undici dottori,
quattordici notai, dieci studenti universitari . Era patrono di tutte le scuole e collegi
scolopi S. Nicola di Bari, e si celebrava con vacanze scolastiche ed accademiche. Si
conosce la celebrazione in Narni nel 1698. Nel 1683 si realizzarono notevoli miglioramenti nella casa e nelle scuole. All'inizio del XIX sec. ci furono in Narni quattro maestri: uno di filosofia e morale; otto di retorica e scienze umanistiche; uno di grammatica; uno per gli elementi di lettura. Il Comune di Narni fornì quattro locali per le classi con tutto il necessario. Nel 1855 furono aperte due scuole: una per l'insegnamento di entrambi i diritti, l'altra di primo insegnamento con tre scuole elementari e tre di ginnasio. Narni riceveva dal Comune aiuti statali. Quando fu proclamata la legge di soppressione degli Ordini Religiosi nel 1866, si invitarono gli scolopi a patteggiare individualmente con il Comune, dichiarando nullo il contratto che fin dal 1618 era durato con varie ratifiche fino al 1855. Nel 1872 il Comune reclamò i libri della biblioteca e nel 1873 impose la rapida vendita di parte dell'edificio del collegio per ampliamenti di una strada. Infine il collegio fu chiuso definitivamente e non figurava più nel catalogo del 1885. si ringrazia la ed in particolare il responsabile della comunicazione Julio César e la responsabile dell'archivio Alessandra Merigliano
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ideazione e progettazione Giuseppe Fortunati |