-
Il quadro della Cassa di Risparmio.
tutti noi Narnesi abbiamo ormai impresso nella mente la gigantografia che
campeggia
sulla parete frontale della sede Carit di Narni Centro.
Quella scena rappresenta piazza Garibaldi con la sua fontana diversi
anni fa, quando ancora non c'erano macchine e nella piazza si svolgeva
il mercato ed i cavalli si abbeveravano nel fontanile adiacente la
nostra fontana.
La
notizia e' che un mio omonimo Ingegner Fortunati , mi ha contattato
dicendomi appunto di essere in possesso del bozzetto originale di tale
quadro , che per altro ad oggi e' stato tratto da una
riproduzionefotografica pervenuta , si dice , dall'Inghilterra , come
stampa tratta da un calendario o qualcosa di simile.
-
Inoltre
grazie a appassionati di immagini di Narni come Leo Emiri , da tale
stampa sono state tratte molte altre copie che ormai fanno bella mostra
in molte case narnesi.
- Molte
sono le ipotesi sulle origini di tale
quadro ,da una ricerca di dettaglio e grazie ad un disegno preparatorio
recante firma e data , si è potuto risalire all'autore di tale
quadro ,ora attribuibile a Francesco Raffaele Santoro.
-
-
nella foto il pittore è immortalato davanti alla chiesa di San Francesco a Narni.
-
SANTORO FRANCESCO RAFFAELE
Cosenza, 1844 – Roma, 1927
Figlio e allievo di Giovanni Battista, pittore al tempo assai noto,
studiò a Napoli, trasferendosi nel 1863 in Inghilterra, dove
sposò una ricca scozzese. Nel 1865 fu certamente in Calabria, a
Cosenza e nei paesi viciniori; e traccia di questa permanenza sono
alcuni Ritratti ( uno dei quali datato ) a Villa Filosa dell’ing.
Pietro Mari in Aprigliano. Rimasto vedovo, risposò un’
inglese da cui ebbe tre figlie. Si trasferì pertanto a
Edimburgo, ma nel 1885 fece ritorno in Italia, vivendo a Roma in
inverno, con studio in via San Basilio 13, poi in via Sistina 123 e
infine in via di Porta Pinciana 14, a Spoleto in estate. Fu presente a
numerose esposizioni: Promotrici Napoletane del 1863, con La lettura;
1869, con Tutti l’ultimo sospiro mandano i petti alla fuggente
luce, da un’opera del Foscolo; 1879, con Fontana di Piano Scarano
- Viterbo, Ponte rotto - Roma; 1881, con Checca – Costume della
campagna romana e due Ricordi di Rocca di Papa; Mostra Nazionale di
Napoli del 1877, con Il lutto in Fuscaldo; Torino, dal 1875 al 1893 (
nel 1880, con Il medico dell’anima, Assorte ad altri affetti e
Momento d’ozio ); Genova, dal 1876 al 1895; Milano, 1881, con tre
opere di genere, Dopo il lavoro, Ricordo di Amalfi, Prima tappa;
Venezia, 1887, con Dolce far niente; Bologna, 1888, con Ricordo delle
montagne di Carrara. Espose più volte alle Esposizioni degli
Amatori e Cultori di Roma: 1876, con La lettura; 1886, con cinque
Paesaggi inglesi; 1903, con Teatro La Fenice, Nella laguna, San Anzano
- Spoleto, Il chierico, Venezia, entrando a far parte, nel 1891, del
gruppo degli “acquerellisti”, con i quali espose, nello
stesso anno: Duomo di Narni, Via XX Settembre - Narni,
Nell’intervallo; nel 1900: Campagna romana, Le lampade si
spengono, Chiesa del San Salvatore - Spoleto; nel 1902: tre opere su
Venezia; e ancora fino allo scioglimento del sodalizio, di cui
ricoprì le cariche di consigliere, tesoriere, segretario, vice -
presidente . Fu invitato alla 1a Mostra Calabrese d’Arte Moderna
di Catanzaro del 1912, ove presentò fotografie di otto grandi
quadri di soggetto calabrese e gli acquerelli La Rocca di Spoleto, e
Studio. Dipinse ad olio e ad acquerello e fu un apprezzato paesaggista,
avvalendosi a volte come supporto dei suoi quadri di fotografie dei
luoghi da dipingere, e diventando di conseguenza anche un ottimo
fotografo. Una sua opera, Le fonti del Clitumno, venne acquistata dalla
Regina Margherita e donata alla città di Bologna ( ora alla
Biblioteca Carducci ). Nella Galleria civica d’arte moderna di
Torino Ricordo di Portici, 1875. Molto belle le sue vedute romane e
calabresi ( Isola di Dino, acquerello, Cosenza, collezione privata ),
encomiabili per efficacia di colore e correttezza di disegno. Tra il
’92 e il 2000 sono stati battuti in aste nazionali e
internazionali ben 16 dipinti e altrettanti acquerelli
dell’artista.
Tratto dal volume
arte di calabria
Arte di Calabria tra Otto e Novecento: dizionario degli artisti calabresi nati nell'Ottocento
Di Enzo Le Pera
Pubblicato da Rubbettino Editore srl, 2001
Maggiori dettagli sulla vita artistica e sulle opere di Rubens e di
Francesco Raffaele Santoro si possono leggere su due interessanti
articoli del critico d'arte Tonino Sicoli: Il cantore di luce e Il
fascino delle Popolane, pubblicati sul Quotidiano della Calabria, edizione della domenica, rispettivamente il 22.2.2009 e il 14.11.2010.
-
si ringrazia per la ricerca sulla famiglia Santoro il prof. Paolo Chiaselotti
e gli amici di Fuscaldo e di San Marco Argentano.
Le foto del pittore sono di proprietà degli Eredi Attanasio (Siracusa).
Una curiosità è l'acroterio
per
un periodo fu a San Domenico , ma prima faceva parte della fontana di
piazza Garibaldi mentre ora è il pezzo piu' in vista della sala del
Camino a palazzo Eroli ...
Viene
raffigurato nel quadro come elemento della fontana che faceva
zampillare l'acqua nella vasca per abbeverare i cavalli , che un tempo
era elemento centrale della fontana .
E'
un tipico esempio di riuso , infatti in origine doveva essere un
reperto dell'antica Narnia romana , probabilmente pietra angolare di un
sarcofago o elemento angolare di un tetto.
Tale vasca fu poi rimossa , mentre l'acroterio è ora al museo cittadino.
L'acroterio quindi almeno fino al 1889 era nella fontana di piazza Garibaldi.
Come testimonia il quadro di Santoro.
http://www.narnia.it/grandtour.html
|