Progetto NARNIA Lanciano
a cura di Marco Colacioppo
Terzo Circolo Didattico di Lanciano
LE CRONACHE DI QUESTANNO
Soggetto di
Marco Colacioppo
e
degli alunni delle classi prime e seconde
Scuola Primaria di Olmo di Riccio Lanciano
Anno Scolastico 2006/07
tratto da
"LE CRONACHE DI NARNIA-Il leone, la strega e larmadio"
di C.S.Lewis
ed ispirato al film prodotto da Wal Disney Pictures/Walden Media
MARCO COLACIOPPO
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SCUOLA OLMO DI RICCIO
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Cortometraggio I
Classi Prima A e B
Le braccia aperte della statua del Gesù posta sulla cupola della chiesa sembrava
aprissero il cielo.
Aslan arrivò da lontano, camminava a passi leggeri lungo il marciapiede che
costeggiava la piccola zona vuota dei giochi per bimbi, separata da una rete
metallica.
Aslan si fermò e si mise a guardare dentro il recinto dovera anche una
riproduzione quasi a grandezza naturale della grotta di Lourdes.
Il suo volto era quello di un bambino con lo sguardo fiero da leone, come anche la
criniera che gli scendeva ai lati e il mantello di pelliccia.
La sua vista però era altrove: dentro di sé cerano immagini di guerra e di
distruzione.
Così i suoi occhi leonini si rattristarono.
Improvvisamente si mise a correre per uno spazio erboso e poi si diresse verso un
edificio scolastico.
Salì le scale e suonò ad un campanello. Dopo qualche momento una donna apri la porta,
di uno spiraglio. Aveva un paio di occhiali ed una espressione preoccupata, prima guardò
fuori della scuola, in maniera guardinga. In quel momento i rami degli alberi là davanti
alla sua visuale iniziavano ad imbiancarsi di neve. I suoi occhi poi andarono su Aslan e
subito si riempirono di gioia e sorrise. A questo punto lo fece entrare dentro in fretta e
prontamente richiuse.
Erano i giorni nei quali si raccontavano le cronache di Narnia.
Alcune famiglie avevano deciso di mandare i loro figli in campagna, in luoghi più
sicuri che in città. Perciò una mattina alcune mamme stavano mettendo i loro bambini su
un carretto tirato da un asino e comandato da un uomo con un largo cappello marrone. Un
ragazzino si chiamava Pietro e con lui cera anche il fratello Edmondo e le sue
sorelle Susanna e Lucia, una graziosa bambina che era la più piccola dellintera
comitiva. La loro madre era una donna abbastanza giovane che aveva perso suo marito in
guerra.
Dopo gli ultimi saluti luomo alla guida comandò allasino di cominciare a
muoversi. Qualche mamma piangeva ed anche la signora Pavensie, la madre dei quattro
bambini, salutava i figli con il fazzoletto in mano. Il carretto con i piccoli passeggeri
si avviò lungo un viottolo.
Più tardi alcuni bambini furono lasciati davanti ad alcune case tra le colline ed
affidati a delle persone. Alla fine rimasero da sistemare solo i fratelli Pavensie. Il
carretto raggiunse un palazzo isolato in un appezzamento di terra circostante. Luomo
fece fermare lasino davanti ad un cancello e andò ad un battente per richiamare
lattenzione. Intanto i bambini scesero con quel poco di bagaglio, consistente in
quattro borsoni, e andarono a disporsi per altezza uno affianco all'altro davanti al
cancello, mentre laccompagnatore ripartiva senza neanche aspettare che qualcuno
aprisse.
Con un rumore da ferro arrugginito, il cancello fu tirato tutto da un lato e così i
bambini erano ben visibili al cospetto della governante. Questa li osservò attentamente
mentre loro procedevano intimiditi, dal giardino all'entrata principale di una antica ed
elegante casa. Ma non era la sola a studiarli perchè da dietro i vetri, con un mano che
teneva tirata una tendina, anche un anziano professore, il proprietario della villa, stava
guardando la scena. Egli era anche intento al telefono a parlare con l'assessore alla
cultura sul progetto riguardante il mondo fantastico di Narnia ma, all'altro capo,
l'interlocutore sosteneva che i soldi a disposizione erano pochi e comunque bisognava
attendere il prossimo bilancio. Tuttavia promise di fare il possibile e avrebbe cominciato
anche a leggere per conto suo il libro su Narnia, per conoscere di più il progetto, e
avrebbe visto anche il film tratto da quel romanzo. Il professore ringraziò l'assessore
per l'attenzione e riagganciò proprio quando fu bussato alla porta. Era la governante che
accompagnava i bambini, seguita da altre aiutanti nella casa. Il professore li fece
entrare nello studio per le presentazioni. Si fece dire dai bambini i loro nomi. Fu
colpito particolarmente da Lucia così piena di gioia e curiosità.
Più tardi la governante disse loro, mentre li accompagnava alle loro camerette, che
era meglio rimanere lontani quando arrivavano gli ospiti nella casa, infatti il professore
conservava delle opere d'arte che gli intenditori venivano di volta in volta ad osservare
da vicino.
Durante una di queste visite, un giorno Lucia scappò dalla loro vista e in una camera
sconosciuta trovò un armadio e vi si rifugiò dentro.
In maniera inaspettata si ritrovò in un bosco. Da lontano si vedeva un paese. Tutto
intorno a lei era ricoperto di neve che di tanto in tanto continuava a scendere.
Tra il fogliame degli alberi ella vide un antico lampione acceso, che ci faceva lì
quell'oggetto?
Mentre lo osservava incuriosita arrivò un fauno, uno di quegli esseri mitologici metà
uomo e metà capra, ed il primo impatto fu di paura per tutti e due.
Egli aveva sulla spalla uno scoiattolo e la coda avvolta sul braccio.
Andava in giro con un ombrello multicolore, aperto per ripararsi dalla neve.
Aveva con sè un piccolo dinosauro di peluche e vari libri legati da un nastro.
Lucia chiese: -Come ti chiami?-
Il fauno rispose: -Tumnus, e tu?-
-Io invece sono Lucia-
Il signor Tumnus invitò Lucia a casa sua per fare merenda.
Egli viveva in una casetta che somigliava a quella di un naufrago e lui sembrava come
un eremita.
Le offrì del latte caldo e tanti biscotti.
Il fauno ricordò quando un tempo c'era nel bosco una gara di danza ma adesso la Strega
Bianca regnava lì e tutto questo non era possibile.
Prima di andar via Lucia diede il suo anellino al signor Tumnus.
Tornata a casa, i suoi fratelli non le credevano.
Lucia ogni tanto guardava l'armadio sperando di poter tornare in quel paese incantato.
Cortometraggio II
Classi Seconda A e B
Una volta Edmondo inseguì Lucia ed entrò anche lui dentro larmadio.
Giunto a Narnia, si accorse che non ritrovava la sorella e dopo aver vagato nei
dintorni, incontrò la Strega Bianca che, in una carrozza trainata da cavalli, stava
facendo un giro per vedere se tutto era a posto.
Quando la strega vide Edmondo svenne.
Il bambino le disse: -Scusa maestà.-
La strega domandò: -Chi sei, forse sei un nano cresciuto?-
-No.- disse Edmondo- Sono un bambino.-
-Vuoi sederti nella carrozza?- Disse la Strega Bianca.
-Ho fame!- Disse Edmondo.
La strega offrì ad Edmondo cioccolatini, caramelle e gelati e poi gli chiese di
portare con sè anche gli altri bambini.
Edmondo rientrò nella casa del professore senza raccontare nulla.
Un giorno giocando a nascondino si ritrovarono tutti e quattro nell'armadio.
Pietro, Lucia, Edmondo e Susanna uscirono dall'altra parte e così arrivarono nel bosco
incantato.
I bambini guardavano intorno incuriositi ed in punta di piedi cominciarono a camminare.
Si muovevano tutti in fila con attenzione e cautela. Camminarono, camminarono e
camminarono, addentrandosi nel bosco.
Scoprirono che alcuni alberi avevano gli occhi.
Una voce cavernosa giungeva alle loro orecchie: -Andate via!-
I quattro rabbrividirono, guardarono intorno, si strinsero tutti insieme.
Invece arrivò Babbo Natale con le sue renne, questo perchè il potere della strega
stava diminuendo.
Egli diede a loro dei pacchetti con decorazioni natalizie, all'interno c'erano dei
libri.
A Lucia regalò anche una bottiglietta contenente un liquido che sanava le ferire e a
Pietro una spada da usare nei momenti di pericolo. Infatti spiegò che dovevano anche
prepararsi al peggio perchè la strega aveva paura di loro. C'era un'antica profezia,
quattro bambini l'avrebbero sconfitta, dato che lei ingiustamente regnava su Narnia, e
sarebbero saliti ad occupare quattro troni al suo posto.
Babbo Natale li salutò indicando la strada per il campo di Aslan, colui che avrebbe
aiutatato a liberare la terra di Narnia dalla strega.
I bambini giunsero al campo dove c'era Aslan e i suoi soldati: centauri, fauni, elfi e
driadi.
Aslan sorrideva ma aveva anche il suo autorevole sguardo da leone.
Arrivò un lupo mandato dalla strega e Pietro combattè e vinse.
In quei giorni, i bambini erano felici al campo di Aslan.
Scoprirono che c'era una tenda contenente un sacco di giocattoli tra cui un pallone di
pezza. Susanna vide una bellissima bambola.
Pietro chiese a Edmondo: -Facciamo una partita?-
Decisero di giocare a calcio insieme al resto delle truppe, dopo avere insegnato loro
come si faceva.
Susanna chiese a Lucia: -Giochiamo con la bambola?-
-Sì- disse Lucia.
Decisero di chiamare la bambola Giulietta e la portarono a vedere la partita ma durante
il gioco una scia di sabbia avvolse tutti, era la strega accompagnata da esseri mostruosi
tra cui un ciclope.
Un soldato di Aslan disse, rivolto a lui: -Siamo con te!-
-Fino alla morte!- Aggiunse un centauro.
La Strega Bianca venne a chiedere di riavere Edmondo in quanto aveva tradito, si era
accordato con lei a portare nel suo reame gli altri bambini.
Aslan trattò e alla fine annunciò che Edmondo era libero.
Dopo però chiese a Lucia e Susanna di accompagnarlo per una missione segreta.
Si incamminarono nel bosco, ad un certo punto Aslan proseguì da solo verso
l'accampamento della strega.
Questa lo uccise con un pugnale sulla antica tavola di pietra, Aslan aveva deciso così
per salvare Edmondo dalla strega. Lucia e Susanna, che avevano visto tutto da lontano,
corsero verso Aslan e Lucia gli diede quella bevanda che guariva ma sembrava che non ci
fosse nulla da fare.
Susanna disse che a questo punto era meglio rientrare nell'armadio.
Una stella cometa brillò in cielo ed illuminò Aslan.
Dopo 30 secondi si ruppe la tavola di pietra. Egli rinvenne e lanciò un grande
ruggito.
Aslan disse: - Se uno si sacrifica per un altro la morte torna sui suoi passi-
Corsero verso il palazzo della strega che era un luogo buio, tetro, oscuro. Nel cielo
volavano i pipistrelli. Aslan liberò tutti i prigionieri malcapitati che erano stati
chiusi in una gabbia, tra cui il signor Tumnus.
I fanciulli e il leone presero da un pozzo dell'acqua, con il secchio, e così fecero
gli altri.
Andarono dalla strega e le buttarono addosso tutta l'acqua finchè quella si sciolse
tutta.
Tutto intorno ritornò più bello. Comparve un albero di Natale.
Al ritorno, nell'accampamento di Aslan, trovarono che al posto della battaglia si stava
svolgendo una partita di calcio contro i sudditi della strega ma anche loro si stavano
divertendo!
Come diceva l'antica profezia, Lucia, Pietro, Susanna e Edmondo diventarono re e regine
di Narnia.
Regnavano e si facevano grandi.
Un giorno fu scoperto che nel castello dove abitavano c'era un armadio.
Loro corsero incuriositi a vederlo e vi entrarono. Subito si ritrovarono che erano
ancora bambini nella casa del professore dove vivevano. Questi annunciò che il pericolo
era diminuito e che tra qualche giorno sarebbero potuti tornare a casa e poi continuare
gli studi in un collegio di Roma mentre veniva ricostruita la loro scuola che era stata
bombardata.
Intanto era arrivato il bel tempo ed i bambini giocavano spesso a palla in giardino ma
ogni tanto guardavano verso la camera dove si trovava il guardaroba del professore. Non
potevano sapere che ogni tanto Aslan usciva dall'armadio e andava dietro i vetri della
finestra a vederli giocare.