Intervento Bread&Roses

Università di Firenze 4 luglio 2003

Nascita di Bread&Roses:

Nella seconda metà del 2001, nel momento in cui si presentano i primi segnali di crisi della Net economy italiana. Prime operazioni di ristrutturazioni eccellenti che fanno da eco alla "liturgia" della New economy, che aveva scaldato i mercati finanziarti fino a qualche mese prima.

Il potere contrattuale sul mercato del lavoro si sposta verso le aziende. Prima i professionisti si vedevano nella posizione di poter pretendere ed ottenere dalle aziende molti benefit. Da questo momento lo skill shortage non influenza più a vantaggio dei professionisti della Net economy le regole del gioco.

Fino ad allora una generazione aveva trovato incredibili opportunità di impiego. La creazione di molti lavori creativi aveva permesso ad una generazione di neo laureati di trovare un impiego soddisfacente in un settore in grande evoluzione, che permettesse di partecipare a progetti di ampio respiro.

Bread&Roses per avvicinarsi ad un settore che presenta pochissima cultura sindacale, ha utilizzato internet come strumento di condivisione del sapere e come "luogo" d’incontro e aggregazione. In quest’ottica ha creato un palinsesto televisivo sul web che si occupasse esclusivamente di temi legati al lavoro nella Net economy, ha invitato personaggi di spicco dell’economia, della politica e del mondo sindacale a discutere della crisi sociale della Net economy. Basta citare gli ospiti della prima puntata per capire il livello di partecipazione degli ospiti: abbiamo trattato il caso forse più emblematico della crisi della Net economy, il primo sciopero di un’azienda internet, Matrix. In studio avevamo due delegati sindacali dell’azienda, il presidente dell’Assolombarda (Perini) e il segretario della Camera del Lavoro (Panzeri).

Bread&Roses non rappresenta una categoria sindacale, non ha firmato un contratto collettivo, non può quindi fare vertenze, usa le armi della comunicazione.

Mission di Bread&Roses:

Uso di Internet come strumento di sindacalizzazione per chi è culturalmente vicino allo strumento: i knowledge worker. Oggi questi lavoratori della conoscenza che professionalmente usano la rete per creare e condividere informazione sono, contrattualmente, divisi in una miriade di contratti collettivi. Le aziende si fanno concorrenza anche tramite l’applicazione di un contratto piuttosto che di un altro. Anche nel mondo delle imprese della Net economy si fa largo l’opinione che un contratto di settore farebbe chiarezza sulle necessità particolari contraddistinguono questa categoria.

Bread&Roses sta lavorando alla creazione della categoria della Net economy.

La formazione:

In questo settore oltre il 50% lavora con una relazione con il proprio datore di lavoro, che non è di dipendenza a tempo indeterminato. La precarietà di questo settore non può passare inosservata. La gravità di questa situazione si esprime soprattutto nella formazione, tassello vitale per la competitività in un settore in cui il tasso di obsolescenza delle competenze professionali è elevatissimo.

La Net economy italiana fa molta fatica, soprattutto nelle piccole/piccolissime imprese (le aziende della Net economy hanno una media di 5 persone in organico) ha investire in formazione. Ad essere esclusi dalla formazione sono spessissimo i lavoratori che hanno una relazione debole con il proprio datore di lavoro. La mancanza di opportunità formative tende ad indebolire ulteriormente la posizione di una grossa fetta del mercato del lavoro.

Un sindacato moderno dovrebbe difendere il lavoratore migliorandone la capacità di competere sul mercato del lavoro, piuttosto che difendere strenuamente il posto di lavoro. Questo non vuol dire che non si debbe fare vertenze. Un sindacato della Net economy dovrebbe piuttosto creare opportunità per un mondo che altrimenti nel lungo termine può rischiare l’esclusione sociale, in un settore che dovrebbe essere di traino per l’economia nazionale e continentale.