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 Fontane di Narni 

Oggi apriamo un rubinetto e per magia arriva acqua. Solo fino a un secolo fa, nel comune di Narni molta gente doveva andare al pozzo o alla fontana per prendere l'acqua e portarla per centinaia di metri. Erano fortunati i cittadini che avevano le fontane vicine mentre in campagna le donne con le brocche facevano chilometri nel fango per prendere tutti i giorni un poco d'acqua.

Ing. G. Rappaini del  1838  pozzi e  fontane a Narni .


Nei secoli l'acqua è sempre stata una grande risorsa e le fontane una ricchezza a cui attingere.

molti ricorderanno ancora quando non c'era l'acqua corrente nelle case. Ad esempio quando ero piccolo andavo in campagna nei centri di Guadamello, Otricoli Madonna Scoperta ... ed in queste case mancava l'acqua e bisognava andare nei pozzi a prendere l'acqua per quasi tutte le necessità giornaliere. 

Nelle camere c'era sempre un piccolo lavabo con una brocca ed un catino su un supporto di ferro , per lavarsi almeno la faccia, e per fare il bagno si usavano le conche di metallo con cui si lavavano i panni ...altri tempi ...

Al tempo dei romani la città si sviluppava dalla porta Superior e le mura  nei pressi del futuro duomo, fino  alla porta Inferior situata nei pressi delle attuali monache di Sant’Anna . In questi luoghi sono state trovate nel tempo varie cisterne romane  che si trovavano  lungo il percorso della Formina. Le cisterne erano probabilmente rifornite dalla stesso acquedotto con integrazione delle acque piovane.



Si possono ipotizzare anche delle terme e sicuramente ci saranno state fontane  a cui gli antichi romani  abitanti a Narni si saranno riforniti.



Si parla spesso di Fontane anche nel medioevo  come è il caso della font
ana di  piazza dei Priori, nata nel  1303 ad opera di Marcuccio di Todi e Giovanni di Marco; come  appare in un’iscrizione che, corre al centro della coppa.

E la fontana di piazza Garibaldi (fontana del lago )


Anche negli  statuti del 1371 si citano spesso fontane e acquedotti  come  ad esempio  la fontana  del lago nella piazza di San Giovenale,  com’è contenuto nel libro primo degli statuti, sia sistemata dalla casa di Moricone di Luzio, e davanti all’Episcopato di Narni, e nei pressi delle altre case fino al ponticello. Le altre fontane dentro la città dovevano essere pulite e lavate almeno una volta al mese in inverno, e due volte in estate a cura dei sopraintendenti all’Acquedotto ed alle fontane.


In un capitolo apposito poi si stabilisce che non sia fatto oltraggio alle donne che vanno alle fontane. Inoltre i parenti controllino che i loro figli impuberi,  che non facciano qualche guasto o danni alle dette fontane  e il Vicario provveda che questo sia annunciato  pubblicamente dal banditore per la città di Narni . In questo periodo inoltre monasteri e conventi sorgono sempre nei pressi della formina, in modo che monache e frati abbiano sempre acqua a disposizione all’interno  delle loro strutture.

A Tale riguardo è divertente notare che tutti i disegni di antichi conventi riportano una cisterna o un pozzo che di solito è al centro del chiostro dell’edificio.  Altra curiosità è che gli Ebrei vengono tenuti alla larga dalle fonti di acque, come stabilisce un capitolo degli statuti  in cui si afferma che nessun ebreo può abitare  vicino alle fontane, a meno di 25 pedali, con pena di 25 libbre cortonesi. Altre fontane erano anche  sulla strada di san Gemini chiamata anche  “la fontana che si trova nella contrada dello Stallatoio”, venga fatta riparare con i soldi dei confinanti della tale fontana.

Altra fontana doveva essere nei pressi di San Salvato, infatti nel libro primo degli statuti al capitolo CCXXV si dice che l’acqua che fuoriesce dalla fontana di San Salvato , sia dato ai frati predicatori . Si stabiliscono poi pene severe per  persona che   depositi  sporcizia  nelle fontane , o faccia il bagno presso le stesse. Un documento interessante si trova in Girolamo Mautini da Narni e l’Ordine dei Frati Minori Cappuccini fra ‘500 e ‘600, a cura di Vincenzo Criscuolo.

In cui si dice che le donne che vanno a prendere acqua presso la fontana dei cappuccini nuovi, creano scompiglio per la tranquillità dei frati e che quindi vengano dissuase dal farlo. Una lunga descrizione delle fontane di Narni si trova anche nel documento e nelle mappe dell’ Ing. G. Rappaini del  1838. In essi si descrivono i pozzi e le fontane all’interno della città.



Pozzo della chiesa di Santa Margherita  e fontana, e fistola che da acqua ad una fontanella all’interno del monastero.

fistola che da acqua all’orto del signor Carlo Catterini

piccolo brano di acquedotto che porta acqua ai sig. Tiburzi.

piccolo brano di acquedotto che porta acqua alla fontana del Moro sulla strada Nazionale.

piccolo brano di acquedotto che porta acqua ai lavatoi

Pozzetto che porta acqua al signor Santacroce

fistola che da acqua alla casa del signor Mancinelli

Pozzetto che porta acqua al signor Ottaviani

fistola che da acqua alla casa del signor Caprilli Raguzzi.

Canaletto  che da acqua all’orto del signor Bernardini

Pozzetto fontanella e fistola del sig. Bucci.

Punto in cui la conduttura si divide in due rami.

Chiusino ove la conduttura  porta il rigurgito della fontana del lago ai lavatoi.

Fistola nel cortile del palazzo Vescovile.

fistola che da acqua alla casa dei signori  Eroli, Connestabile, Catucci, Terenzi.

fistola che da acqua alla casa dei signori  Sacripante

fistola che da acqua al Convento di San Bernardo

fistola che da acqua alla casa Colonna

fistola che da acqua alla casa del sig. Senepa

fistola che da acqua alla casa del Sig. Pianetti

Conduttura separata che porta acqua al monastero di Santa Restituta.

fistola che da acqua al convento dei Domenicani.

Condotto di piombo che porta acqua all’Orfanotrofio e alla casa del sig, Malagrigi.

Conduttura che da acqua a due locali della fabbrica dei panni e al pozzo pubblico.

Termine della conduttura di cotto



Fonte del Trojo

Lavatoio in via della Valle.

Porticella per discendere nell’acquedotto e fistola che da acqua al soppresso Monastero di san Luca.

Conduttura che da acqua al Sig, Manni

fistola che da acqua all’orto del  soppresso Monastero di san Luca.

Pozzo del  pubblico  ed altri.

Altre fontane venivano adoperate per abbeverare i cavalli e di solito erano poste  presso le porte della città, come testimoniano le fontane di Porta Ternana e porta Romana,  e le altre fontane spostate nel tempo con il dilatarsi delle mura cittadine, come la fontana del parco delle Rimembranze . Anche le fontane principali avevano degli abbeveratoi  per gli animali, come si vede da foto antiche,  delle fontane di Piazza Garibaldi e piazza dei Priori.

Infine molti pozzi sono ancora all’interno di case private a testimonianza di un passato che ci racconta ancora come sia stata importante l’acqua per la città di Narni e i suoi cittadini.

Vedi anche

http://www.narnia.it/guida/fontane.htm


Giuseppe Fortunati

Acquedotto della Formina

L’acquedotto della Formina  fu  nel tempo sottoposto a molte opere di manutenzione , opere che durarono quasi duemila anni.  Abbiamo ritrovato alcuni documenti  che ci fanno vedere come anche dopo l’unità d’Italia, una delle prime opere fu quella di ripristinare e migliorare la quantità di acqua necessaria alla popolazione di Narni.
Dai documenti emerge che in quel periodo dal  1867 al 1877 erano Commissari dell’Acquedotto  e delle fontane,  Giuseppe Chiodi  e Pietro Eroli .

Chiodi come sappiamo sarà poi uno dei promotori della industrializzazione a Narni e tenterà molte imprese, comprando anche stabili come le Grazie, che destinerà a Fienile, e in centro città vari palazzi importanti, ma  la sua fortuna durerà poco,  fallendo e perdendo tutto come ci ricorda Giovanni Eroli,  che si compiace del suo fallimento. Ma il suo operato porterà le industrie a Narni, favorendo la nascita della Linoleum e dell’Elettrocarbonium.
Il primo documento  ci parla del sopralluogo e della relazione che fa Giuseppe Chiodi, al Consiglio Comunale, lamentandosi  del cattivo stato dell’Acquedotto e della necessità di chiudere  bocchette e pozzi,  e aumentare la portata con nuove sorgenti.

Documento archivio post unitario  4 Agosto  1877 N. 2571  Relazione Giuseppe Chiodi .

Relazione dello stato  della Formina presentato  il 3 Agosto 1877 al Consiglio Comunale di Narni .

La Commissione Curatrice dell’acquedotto e delle fontane della città di Narni dopo aver fatto un rapporto il 25 luglio 1872,  quattro anni dopo il Magistrato chiese come mai l'acquedotto fosse così trascurato. Si è quindi determinato di fare una escursione dell’acquedotto il giorno 30 p.p.  il sottoscritto Giuseppe Chiodi e il Marchese Pietro Eroli che compone la commissione che però si esentò dal partecipare,  il capomastro muratore Gualtiero Ubaldi e dal guardiano dell’acquedotto. Si percorse la Formina fino al fosso di Ponzano.

Abbiamo dovuto rimarcare con grave rammarico che è stato trascurata la maggior parte della manutenzione ordinaria per la quale fu stanziato nel preventivo circa Lire 2000 da 8 a 10 anni in qua. Le bocche dei pozzi e spiragli, sono tuttora aperte e in parte dirute, i parapetti vanno smurandosi sempre di più fino ad arrivare a terra, si è giunti a un pericolo che cadano dentro l’acquedotto bestie e immondezza vegetale che corrompono l’acqua. Come venne già detto anche nella relazione  del 25 Luglio del 1872 e nei rapporti dell’Ing. Stramazzi,  tanto meno è stato provveduto dal Municipio al miglioramento del restauro necessario. I restauri necessari sono:
Al fosso di Ponzano dove l’Ubaldi trovo 5 anni fa conduttura e chiavichetta per un rivoletto d’acqua abbondante molto utile in questi giorni di siccità e che con poca spesa si potrebbe riportare all’acquedotto della Formina. L’acquedotto è stato completamente abbandonato dopo i lavori di 100 lire fatti nel 1843 e quello che poteva essere fatto con poco ora costerà tre volte tanto. I miglioramenti da fare sono:
In una valletta del signor Cipiccia in località Collemezzo si vedono delle pozze d’acqua la piu’ vicina dista 55 metri e sono a livello superiore della formina , quindi con poca spesa si potrebbero convogliare.
Nel fosso di Santo Antonio si osserva una pozza di quasi tre metri a livello inferiore della formina, andrebbe visto se è una perdita e quindi ripararla oppure se si tratta di una sorgente indipendente.   

Si conclude che non si deve tollerare la trascuratezza dell’Acquedotto che ogni  giorno va perdendo sia in solidità che in condotta dell’acqua e le 2000 lire circa stanziate ogni anno da 5 anni non mai spese  o spese malamente, dovrebbero assegnarsi al preventivo del 1878 e seguitare negli anni a venire per semplice mantenimento dell’acquedotto e delle fontane. Poi aggiungere altre 3 mila lire per 5 anni da spendersi per restauri e miglioramenti controllata da una Commissione Consigliare che verifichi severamente i lavori. Dovrebbe poi fare delle relazioni anche durante l’anno sullo stato dei lavori.
Tanto ho l’onore di riferire anche a nome del Marchese Pietro Eroli il quale ha creduto di non dover firmare questa relazione perché ha rinunciato al Consiglio Comunale.
Narni 3 Agosto 1877
Giuseppe Chiodi

Le altre fonti

Fonte del Fico
Questa sorgente si trova dopo quella di Santa Rosa a circa 2 Km scendendo in direzione del fiume Nera a sinistra verso la riva. Esce direttamente dal terreno a livello dell'acqua del fiume Nera. Quest' acqua è leggera e fresca e sembra che abbia proprietà lassative e diuretiche.
Fonte di Santa Rosa
Questa fonte si trova lungo la gola del Nera sulla riva destra del fiume, nello spazio compreso tra le due gallerie della ferrovia. Si va nel centro abitato di Narni Scalo in direzione Madonna del Ponte e si attraversa la ferrovia a destra lungo la strada bianca, camminando per circa due chilometri sempre sulla destra si trova la fonte. La sorgente è incanalata con tubo in poliestere che attraversa la ferrovia soprastante, sfocia in una fontanella in cemento. L'acqua di S. Rosa è leggera e fresca.
Fonte del Lecinetto
La sorgente del Lecinetto si trova in una grotta sulla riva destra del Nera a due chilometri dal Ponte d'Augusto, presso il piccolo villaggio dell' ENEL nei pressi della centrale idroelettrica del Recentino. Il suo nome dovrebbe essere originato da un leccio, detto nel linguaggio popolare lecino, piantato nella zona. L'acqua di questa sorgente è efficace per diverse depurazioni interne; il suo sapore è amarognolo e insieme leggermente acidetto. Agli inizi del 1900 in questa zona fu impiantato un piccolo stabilimento di bagni, che sfruttava la sorgente dell'acqua, detta della carestia e fu anche impiantato uno stabilimento per l'imbottigliamento dell'acqua. Fino al 1943, anche se limitata la diffusione dell'acqua aveva varcato anche i confini d'Italia. Al Mons. Gino Cotini, (che scrisse dei libri sulla città di
Narni), un suo amico gli riferì, che trovandosi a Innsbruck, in un ristorante, l'anziano proprietario, parlando dell'Umbria, gli nominava Narni, perché prima della guerra del 1940-1945, faceva uso dell'acqua del Lecinetto.  Purtroppo la guerra con i suoi bombardamenti, ha distrutto l'impianto e il terrapieno fatto con lo svuotamento della galleria del Recentino e la costruzione di alcune case hanno tolto la sua caratteristica di luogo di riposo e di distensione, facendo scomparire il laghetto, che era una piscina naturale e i corsi dell'acqua della carestia, una sorgente che scaturiva da sotto la ferrovia.
Fonte di Stifone
Passando per la via Ortana, si arriva ad un paesino caratteristico, Stifone, che si potrebbe chiamare paese delle Sorgenti; qui infatti se ne contano molte, alcune delle quali sono torrenti sotterranee che sfociano sotto il livello attuale del fiume. Proprio dentro l'abitato, scendendo verso i vecchi lavatoi, vi sono due sorgenti una che esce dalla roccia e l'altra vorticosa che passa vicino alle vasche. Queste acque, oltre che per gli usi civili, sono state usate, in passato, per azionare grossi mulini ed antiche ferriere che lavoravano il minerale cavato sul Monte Santa Croce.
Sempre sulla stessa via del Paese, andando verso valle, si può notare un vascone, profondo d'acqua limpida con accentuati riflessi azzurri che salgono dal fondo da dove esce a pressione un torrente d'acqua proveniente, secondo la tradizione popolare, dalle montagne di San Pancrazio. Volgendo lo sguardo in alto, verso il Monte Santa Croce, al di là del Fiume, difficile da notare, c'è l'antico Eremo detto di Santa Betta o Monastero di San Giovanni, con ancora resti di edifici e cisterne. Dal lato storico è importante perché si tratta del porto di Narni sul Nera, da cui partivano le derrate e il legname per Roma, ciò si è verificato dall'epoca romana al 1700. Scendendo lungo la riva del fiume ancora si trova qualche resto importante, che ci può far ricostruire il posto di attracco delle barche. Gli
edifici che formano la borgata sono di diverse epoche dal 300 al 600 con belle finestre e portali. Interessante è il monte Frumentario con la data relativa. Uno dei centri di attrazione è la chiesa parrocchiale, dove ci sono due tele del 1600 e il Fonte Battesimale. Oggi una grande diga per alimentare la centrale idroelettrica, già della Valdarno, ha sommerso molte cose importanti, tra cui le due centrali elettriche tra le prime costruite nella zona, una delle quali di proprietà del comune di Narni, che ha fornito l'energia di illuminazione alla città. L'innalzamento del livello del fiume ha quasi sommerso le sorgenti di acqua, risparmiandone una, che si può ammirare e presso la quale ci si può ristorare; è acqua leggera e abbondante.
Fonte della Madonna del Lecino
Questa sorgente si trova in località San Pellegrino. Bisogna percorrere la SS Amerina in direzione Amelia, all'altezza della cava nelle vicinanze della vecchia strada sulla sinistra si trova detta fonte. La sorgente proviene da un tubo in metallo che inizia dal pozzetto sovrastante dove è raccolta l'acqua sino alla fontanella più in basso che è di cemento. Quest'acqua è leggera e fresca.
Fonte di Collenibbio

Fonte della Capra

Fonte Casa Rossa

Fonte Cardano


Relativamente All’Acquedotto dell’Argentello (1918-1922)

A Narni questa esigenza trova risposta all'incirca tra il   1918-1922 , quando si pensa di fare dei pozzi vicino al fiume Nera e precisamente in località l'Argentello , tra il bivio di Berardozzo e la zona delle cartiere della l'Aia.

Nel 1921 il comune di Narni accetta il preventivo della ditta IAE ed iniziano i lavori .

il campo pozzi dell' Argentello costituito da 4 pozzi che vanno ad interessare una falda compresa tra i 5 ed i 18 m di profondità, ospitata in ghiaie fluviali del Nera e del T. Aia. La falda risulta notevolmente sfruttata oltre che dai prelievi comunali, situati in destra Nera anche dai pozzi dell'Elettrocarbonium posti in sinistra Nera e di cui alla tabella n. 6.3. Tabella D. 6.3 - 

I POZZI DEL COMUNE DI NARNI Località Nome Prof. Rivest. 0riv. Liv. falda Utilizzo Portata 1m) Imm) 1m) emunta 11M Ponte S. Lorenzo P. S. Lorenzo l 50 acciaio 300 25 fuori serv. - Narni Scalo Parco Pubblico 26 PVC 250 10-13 24 hlg 7 Argentello Pozzo 1 6 muratura 3000 2-6 si 15 Pozzo 2 24 acciaio 420 10-14 24 hlg 20 Pozzo 3 21 PVC 300 6 fermo - Pozzo 4 25 a 300 9-13 24 hlo 40.

Dopo quella data iniziarono i lavori per potenziare la rete idrica Narnese, creando nei pressi della rocca l'Acquedotto e i serbatoi principali  accanto alla stazione di pompaggio. Poi si potenziò tutta la rete idrica di distribuzione Comunale. Tale lavoro si protrasse anche nelle campagne fino agli anni settanta del 1900.

Vieni a trovarmi :

Vedi anche 

http://www.narnia.it/risorgimento/chiodi.htm

http://www.narnia.it/totale/nettiacquedotto.htm

https://www.romanoimpero.com/2017/11/idraulica-romana.html

https://www.narnia.umbria.it/2019/05/08/sentieri-narnesi/

http://www.narnia.it/guida/cardona.htm

http://www.narnia.it/formina1371.html

http://www.narnia.it/guida/augusto.htm

http://www.narnia.it/pontenuovo.html

Progetto Acqua Unitre

 


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